Elena Di Tizio apre le porte del centro di formazione Gente di Mare
Intervista alla numero uno dell’azienda livornese controllata dalla Fratelli Cosulich che oggi garantisce 70 corsi formativi
Livorno – Elena Di Tizio, livornese, è fondatrice e amministratore delegato di Gente di Mare. Appassionata di tutto ciò che riguarda il mare, la nautica e lo shipping entra in Azimut|Benetti nel 2004 al momento dell’acquisizione da parte del Gruppo dell’ex Cantiere Orlando partecipando al suo sviluppo e rimanendovi fino al 2020. In quell’anno – come racconta a SHIPPING ITALY – inizia un percorso che la porterà alla creazione di quello che da tempo ritiene sia un tassello mancante nella sua città e in tutta la Toscana: un centro formativo per i marittimi che oggi è una realtà concreta capace di offrire ben 70 corsi formativi.
Come è nata l’idea di un centro formativo per marittimi a Livorno?
“Per la mia esperienza lavorativa precedente ero a conoscenza della grande necessità di personale marittimo formato e ritenevo perciò fondamentale che in Toscana si colmasse la lacuna di non avere strutture che fornissero la formazione obbligatoria. Da qui è nata l’idea e la volontà di perseguirla con determinazione: partendo dall’intenso studio di tutte le normative ci siamo dedicati alla stesura di tutto il materiale didattico, che ha richiesto uno sforzo enorme, poi a una ricognizione appropriata dei docenti per individuare chi fra questi era performante.
A quel punto ho fondato l’azienda, iniziato a prendere tutte le certificazioni e pensato al nome, che doveva essere italiano per distinguersi dalle varie Academy, ma soprattutto per sottolineare un orgoglio nazionale dovuto alla preparazione dei nostri marittimi, che provenendo da un percorso di studi di cinque anni di Istituto Nautico, da un ‘post’ diploma e dall’esperienza di allievo, è molto più alta di quella degli stranieri. Il loro trascorso è importante anche nel gestire gli apparati di bordo e, in generale, per la conoscenza della tecnologia, che peraltro essendo sempre più avanzata richiede di stare al passo, ma anche di essere pronti all’emergenza quando questi apparati non funzionano. Pensiamo solo al caso della Costa Concordia.
Dopo le prime quattro certificazioni ottenute partendo con la Maritime Security, per me fondamentale perché rende più sicura l’imbarcazione e dà una visione al marittimo contestualizzata necessaria in quanto il comandante deve sempre avere presente dove si trova e quali pericoli può correre, anche considerando le aree di conflitto, sono seguiti il corso di Formazione per formatori, per far fronte alla mancanza dei docenti, il Personal Safety and Social Responsabilities (Pssr) e il Security Duties. Nel corso dello screening poi, fra le realtà che erano interessate ad entrare nell’azienda, ho avuto l’incontro con il Gruppo Cosulich.”
Cosa è stato determinante nella scelta del Gruppo F.lli Cosulich come partner del progetto?
“Della F.lli Cosulich ho apprezzato molto sia l’approccio del Gruppo che la visione, non solo dal lato finanziario – aspetto certamente fondamentale dato l’impegno economico molto alto – ma soprattutto perché la sua decisione di investire importi così rilevanti nel mio progetto significava che lo riteneva valido. Con le sue 120 aziende la F.lli Cosulich ha molti marittimi da formare e la scuola era quindi funzionale a una parte delle sue attività, ma ha anche ritenuto importante che questa attività nascesse per la prima volta in Toscana e fosse unica nel territorio. A quel punto ho lasciato il mio lavoro e mi sono dedicata completamente a Gente di Mare cercando di chiudere prima possibile l’offerta formativa con alcuni Basic Training, corsi necessari per il primo imbarco, senza i quali non si può intraprendere la carriera marittima. Con l’offerta formativa pronta abbiamo potuto intercettare subito tutti i ragazzi interessati a iniziare questa carriera. Abbiamo investito sul simulatore Wartsila per i vari corsi formativi per navi chimichiere, gassiere, petroliere e quindi tutto l’apparato della simulazione di carico dello ship to ship. Tra l’altro su questi corsi abbiamo come docenti i leader in Italia, dato che la parte Lng è nata proprio con il Gruppo Cosulich.”
Ci sono state delle difficoltà nel percorso?
“Le difficoltà nascono dal disallineamento delle norme Imo Model Course con quello che poi prevedono i nostri decreti. La rivisitazione italiana della normativa Imo è stata sicuramente un’iniziativa necessaria e importante, ma molto impegnativa e sulla quale c’è ancora da lavorare. Possiamo comunque dire che in poco più di un anno dall’ingresso del Gruppo Cosulich abbiamo concluso il tutto anche grazie all’Accademia Navale che, concedendoci l’uso della loro, ha risolto il problema della piscina”.
La formazione per marittimi di Gente di Mare è rivolta sia al settore dello shipping che a quello del diporto?
“Dopo esserci concentrati moltissimo sulla parte dello shipping in questo ultimo anno è venuto naturale non settorializzare troppo gli equipaggi e creare un’Academy per lo yacht su Genova, con un accordo commerciale con il Marina Waterfront.
Per ovviare alla problematica dell’endorsement dei corsi italiani STCW nei paesi di origine del personale straniero ho individuato un’offerta formativa importante della bandiera maltese che ha una valida impostazione anglosassone con attenzione sia verso le compagnie di navigazione che verso i marittimi, un servizio H24 in caso di necessità di avere un endorsement o un chiarimento, ed elasticità nella parte formativa con corsi online. Dopo un lungo e accurato audit da parte del governo maltese siamo quindi diventati il centro affiliato di MaritimeMT, centro formativo molto qualificato e fondato dai piloti del porto maltese.”
Avete altri accordi con centri formativi?
“Ho una visione collaborativa e non competitiva: fra le prime iniziative c’è stato l’accordo con la Cma di Genova; ci appoggiamo alle sue infrastrutture per l’erogazione del Mams (Marittimo Abilitato Mezzi Salvataggio). L’Academy di Yacht guarda a Genova per la volontà di fare sinergia con il Marina Waterfront, per dare un supporto alla città genovese che, pur più improntata sullo shipping, ha anche un’ottima potenzialità nello yachting essendo vicina alla Costa Azzurra. Per me creare a Genova un centro di formazione per yachting era fondamentale. In questo settore l’hospitality è una parte importante ed abbiamo appunto la certificazione Guest per dare strumenti sia al commissario di bordo sia alla stewardess.
Altre unità locali sono a Trieste, dove ci sono gli uffici storici dei F.lli Cosulich, e da pochi giorni anche a Palermo, dove siamo in collaborazione con la San Giorgio; oggi si parla molto di sistema integrati navi-terminal e quindi una parte dei corsi (Pfso) si presta anche alla formazione dei terminalisti. E da qui andremo a costruire la formazione aeroportuale.
Oggi in sostanza abbiamo 70 corsi nel nostro listino da poter erogare, alcuni di questi online, altri in presenza, con l’offerta formativa che viene adeguatamente convogliata su un centro piuttosto che su un altro.”
Quali sono le necessità a livello formativo più sentite in questo periodo?
“Alle compagnie navali manca il personale marittimo, ci stiamo quindi concentrando nella formazione di persone da introdurre nello shipping. Tra l’altro ci sono pochissimi toscani a bordo delle navi, forse per un problema di errata comunicazione negli anni precedenti che ha reso poco attraente questa attività. Questo è proprio il cambio di paradigma che dobbiamo fare per cercare opportunità territoriali. Oggi a bordo ci sono invece delle figure estremamente importanti, come l’ufficiale elettrotecnico solo per fare un esempio, che necessitano di formazione. Ci stiamo proponendo con le compagnie di navigazione come un hub che, partendo dalla formazione, le aiuta a trovare personale, dando nel contempo alle persone indicazioni per far loro cogliere l’opportunità di andare a bordo. ”
C’è poi la scarsa conoscenza della lingua inglese fra i più grandi problemi che gravano sui marittimi italiani..
“E’ vero. Non conoscere la lingua inglese è molto discriminante, soprattutto nella diportistica. Molti armatori chiedono di appurare la conoscenza del marittimo che deve andare a bordo e credo sia giusto. L’inglese è una questione di competenza di comunicazione, di interazione, e infine e soprattutto è una questione di sicurezza. Non si può pensare di compensare in pochi mesi quello che non si è costruito in cinque anni nella scuola. Un aspirante comandante o direttore di macchine deve conoscere l’inglese marittimo, diverso dall’inglese normale, e al proposito abbiamo la certificazione Marlins che è una diramazione dell’Mca inglese.”
Sempre in termini di richieste formative si avverte qualche nuova tendenza?
“Riscontriamo tantissima richiesta di Maritime Security, sia nel corso che nei suoi aggiornamenti sul Pfo (Port Facility Officer) indirizzato a chi lavora nei terminal in modo che possa riuscire a gestire le eventuali minacce terroristiche o di altro tipo e sui corsi sull’Lng.”
Che politica attuate riguardo ai costi dei corsi?
“I costi variano a seconda della lunghezza del corso con tariffe contenute nella media. Ritengo sia importante dare un sostegno al marittimo per la formazione quando questa non è finanziata dalla compagnia per cui lavora. Per i ragazzi che escono dal Nautico a inizio attività abbiamo subito fatto una convenzione con l’istituto di Livorno istituendo un premio di merito consistente nella gratuità del corso. Dare un sostegno è importante anche per garantire un ascensore sociale. In questo senso abbiamo aperto un canale con il Fondo Nazionale Marittimi che è in grado di dare un ottimo contributo. E non manchiamo mai di sollecitare nei tavoli pubblici le amministrazioni a emettere voucher per la formazione.”
A cosa aspirano i ragazzi che frequentano il Nautico e di cosa hanno bisogno?
“Vado nelle classi per chiedere loro cosa vorrebbero fare una volta diplomati e spesso rispondono: il pilota del porto. Il mio consiglio per loro è quello di diversificare le esperienze lavorative. Credo debbano essere formati anche nell’aspetto della transizione ecologica e sui nuovi carburanti: su questo a GdM puntiamo moltissimo ed abbiamo pianificato un corso di biofuel insieme a Warstila che presenteremo al prossimo Myba. Inoltre l’ “essere pronti” sotto il profilo della formazione è importante: proprio in questi giorni è al via il nostro nuovo Basic Training con 13 alunni dell’Istituto Nautico di Carrara e di Livorno che permetterà loro, una volta finita la scuola, di poter cercare subito un imbarco e diventare allievo.”.
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