Decreto ‘Rinnovo flotte’: Confitarma insiste per aprire ai cantieri navali extra-Ue
L’associazione in pressing affinchè il Governo intervenga per rimuovere il vincolo geografico alla costruzione e refitting delle navi nonché per innalzare le aliquote di incentivazione e posticipare il termine attualmente previsto al 2026 per la conclusione degli interventi”.
“Aprire la possibltà di costruire naviglio in cantieri extra-europei per evitare disparità e fungere da volano per l’intero armamento”. Questo il nuovo appello lanciato dalla Confederazione Italiana Armatori a proposito del cosiddetto decreto ‘Rinnovo flotte’ in larghissima parte finora inutilizzato nonostante metà delle risorse stanziate fossero state assegnate ai nuovi progetti presentati.
“Le risorse stanziate per il rinnovo e refitting della flotta potrebbero diventare un volano di sviluppo importante ma occorre rimuovere il vincolo all’utilizzo dei soli cantieri europei perché, di fatto, esclude gran parte della flotta operata dalle imprese nazionali” sottolinea infatti Confitarma, aggiungendo che “il primo decreto non ha raggiunto i risultati sperati perché conteneva requisiti escludenti, in primis il vincolo geografico alla costruzione, al refitting e all’utilizzo della flotta, che nessun altro Paese europeo aveva adottato nei rispettivi provvedimenti di incentivazione al rinnovo delle flotte”.
L’associazione degli armatori ricorda che il Decreto-legge 59/2021 ha stanziato a favore dell’armamento importanti risorse per le cosiddette ‘navi verdi’ per perseguire l’obiettivo della ‘protezione ambientale’, come specificato chiaramente dalla Commissione UE nella Decisione C/2022/8247 di autorizzazione della misura. “Le imprese di navigazione nazionali sono fortemente intenzionate a cogliere questa importante occasione ma la maggioranza di esse non può accedere all’incentivo in quanto i cantieri europei da tempo non costruiscono le tipologie di naviglio richieste dal mercato” lamenta Confitarma. Che poi prosegue dicendo: “L’amministrazione competente sta affrontando la materia con grande competenza e attenzione, coinvolgendo e ascoltando costantemente gli stakeholder. Auspichiamo che il Governo colga l’opportunità di dare una svolta concreta a uno strumento che può rappresentare, davvero, un volano per la transizione green della flotta con ricadute importanti per il Paese e l’occupazione”.
Confitarma, “che rappresenta il 70% della flotta italiana, chiede quindi al Governo di intervenire per rimuovere il vincolo geografico alla costruzione e refitting delle navi nonché per innalzare le aliquote di incentivazione fino ai massimali previsti dalle linee guida europee (CEEAG e GBER) e posticipare il termine attualmente previsto al 2026 per la conclusione degli interventi”.
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