Cma Cgm pronta a superare Msc nei traffici intra-Mediterraneo
Il vettore francese, in controtendenza rispetto ai principali competitor, sta aumentando la capacità nel Mare Nostrum dove ora detiene una quota di mercato del 19,9%
Cma Cgm sta sviluppando la sua capacità nel bacino del Mediterraneo, con un approccio che si sta rivelando in controtendenza rispetto a quello delle sue principali colleghe. Al momento, evidenzia Alphaliner, la compagnia francese gestisce su rotte intra-Med stiva per circa 96mila Teu, garantitale da 60 navi (6 in più che nel 2022), con una capacità media di 1.677 Teu (contro i 1.433 dello scorso anno).
Un ‘volume’ che le vale una quota di mercato del 19,9%, a fronte del poco più alto 22% di Msc, la quale però sta invece diminuendo il suo impegno nel Mare Nostrum, dove nel 2022 contava ancora per il 24% del totale. La stessa tendenza si osserva per Maersk, la cui fetta di mercato nello stesso intervallo di tempo è scesa dal 15% all’11%, per circa 10.000 Teu in meno, e per Zim, che dal 3,8% del 2022 controlla ora il 2,2% della capacità dislocata nell’area. Particolarmente pesante il calo della compagnia israeliana, che secondo gli analisti è stato del 69,1% (per 5.000 Teu), per via dello stop al servizio tra Turchia ed Egitto e alla importante riduzione della stiva media delle navi impiegate sulla rotta tra Israele e Turchia (da 3.143 a 1.984 Teu).
Se la forza di Cma Cgm nel mercato del Mediterraneo, al contrario delle principali rivali, è quindi crescente, va detto però che è anche piuttosto concentrata geograficamente sui porti nordafricani, tanto che Alphaliner ha calcolato che l’87,3% dei suoi servizi attivi nel Mare Nostrum tocca almeno uno scalo maghrebino, ovvero di paesi quali Marocco, Algeria, Tunisia o Libia. Proprio su quest’area Cma Cgm sta puntando per la sua crescita, dato che la capacità al servizio dei porti maghrebini risulta in aumento del 40,4% rispetto a un anno fa.
Nell’insieme, rileva ancora Alphaliner, nonostante le evoluzioni in atto, il mercato dei servizi intra-Med risulta ancora in gran parte dominati dai grandi carrier, che contano per una quota combinata del 66%, a fronte del 34% di vettori regionali.
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