Due traghetti di Moby passeranno a Msc
Concordata la vendita di Sharden e Moby Vinci per 109 milioni di euro onde ridurre l’ammontare del prestito pattuito per la chiusura del concordato. Pegno sul 51% del capitale della Balena Blu a favore di Ginevra
Nell’ambito dell’operazione con cui Msc ha permesso a Moby di chiudere i rapporti finanziari con banche e obbligazionisti, che avevano portato all’avvio della procedura concordataria per la capogruppo e per la controllata Cin, un passaggio di proprietà di parte della flotta della famiglia Onorato è già stato definito.
Lo svela la corrispondenza risalente a poco prima di Natale con cui Moby ha informato del procedere dell’operazione i commissari giudiziali nominati nell’ambito del concordato. Si apprende così come Sas – Shipping Agencies Services, la società con cui Msc ha rilevato inizialmente il 49% del capitale di Moby, si fosse in prima battuta resa disponibile “a eseguire nei confronti di Moby un finanziamento “ponte” fruttifero, per il complessivo importo di 352 milioni di euro, con previsione di corresponsione di interessi a un tasso di mercato (i.e. 6.5%/anno) e rimborso in 12 mesi dalla data di efficacia, anche mediante vendita, nel primo semestre, di talune navi e del Ramo Rimorchiatori, il tutto garantito dalla costituzione da parte di Onorato Armatori di un pegno, senza diritti amministrativi e di governance, sul 51% del capitale sociale di Moby” .
Nel corso delle negoziazioni però, per alleggerire la posizione finanziaria di Moby “e in sostanziale linea con la prima bozza del contratto di finanziamento (che già prevedeva la vendita di assets sociali entro 6 mesi, ed anche a suo favore, come mezzo di rimborso)”, Sas “ha optato per un’anticipazione di importi a titolo di caparra, avente equivalenza sostanziale ad un finanziamento (anche viste le dinamiche dei flussi finanziari che seguiranno il pagamento), nell’ambito ed in esecuzione dell’acquisto anticipato da parte di Cml (Conglomerate Maritime Limited, altra società di Msc, ndr) di due navi (Sharden e Moby Vinci), per l’importo complessivo di 109 milioni di euro”.
Il finanziamento si ridurrà così a 243 milioni di euro, “con un evidente risparmio sotto il profilo degli oneri finanziari (circa 7,1 milioni)” in capo al gruppo della famiglia Onorato. La vendita delle due navi si perfezionerà nel marzo 2024.
In attesa di capire se nei prossimi mesi altri ‘pezzi’ di Moby passeranno di mano, da rilevare come la documentazione riporti che “Moby ha inteso definire anche ogni altra vicenda connessa al Bond e, in generale, alle vicende che hanno portato all’apertura della procedura concordataria e, a tal fine, ha definito, con apposito accordo, anche tutti i contenziosi e le pendenze (attuali e potenziali) che sono sorti (o che avrebbero potuto sorgere in Italia e all’estero) con il Sig. Antonello Di Meo”.
Accluso alla corrispondenza, inoltre, un prospetto sulla situazione operativa del gruppo a tutto settembre, da cui emergono, parole dei commissari, “una situazione di sostanziale pareggio economico di periodo (a livello di utile netto), seppure non in linea con il budget originariamente prospettato; una situazione patrimoniale di periodo che recepisce l’effetto dell’aumento di capitale di euro 150 milioni sottoscritto da Sas; flussi di cassa netti e disponibilità liquide di periodo positivi e superiori rispetto a quelli previsti a budget, frutto dell’avvenuto completamento dell’aumento di capitale sottoscritto da Sas”.
A fronte di risultati positivi anche se nettamente inferiori alle attese (Ebitda di 18,3 contro 51,1 milioni, utili di 1,7 contro 57,1 milioni), confortanti per Moby sono i dati sulle prenotazioni 2024 (al 12 dicembre scorso), con oltre 160mila passeggeri e 45mila “spazi auto” a confronto dei 114mila e 35mila di un anno fa.
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