“Favorire la nascita di una politica industriale per il settore della navalmeccanica”
La transizione energetica e digitale hanno orientato le attività della cantieristica verso lo sviluppo di tecnologie avanzate, in risposta agli obiettivi fissati dall’IMO e dall’Unione Europea
Contributo a cura del Gen. Claudio Graziano *
* presidente di Assonave
Il 2023 si conferma un anno di significativi cambiamenti e di evoluzione per l’industria navalmeccanica italiana, grazie a trend quali la transizione energetica e digitale che hanno orientato le attività del settore verso lo sviluppo di tecnologie avanzate, in risposta agli obiettivi fissati dall’IMO e dall’Unione Europea. Questo, nonostante i recenti eventi geopolitici e le sfide legate alla catena di approvvigionamento abbiano avuto un impatto diretto sui prezzi delle materie prime e sui costi di produzione.
A livello globale, nei primi nove mesi dell’anno, si è registrata una buona performance di settore trainata dal perfezionamento di numerosi ordini multipli per navi di grande dimensione. Si assiste infatti a un aumento degli ordini acquisiti dell’8% circa, in termini di volumi, rispetto al 2022. A un’analisi più dettagliata si nota come l’andamento positivo sia eterogeneo nei vari segmenti di mercato.
La navalmeccanica italiana sta rispondendo positivamente alle sfide legate a digitalizzazione e decarbonizzazione nel settore marittimo, con la realizzazione di navi verdi e ad alto valore aggiunto. La rivoluzione tecnologica si declina non solo nell’integrazione di dotazioni avanzate a bordo nave, ma anche nell’applicazione di innovazione tecnologica ai processi produttivi. Il settore cruise testimonia al meglio questo orientamento, come dimostrano i nuovi ordini recentemente acquisiti da cantieri italiani, che integrano, tra gli altri, sistemi di propulsione ibrida e che potranno utilizzare carburanti alternativi, quali LNG e idrogeno.
Il settore della difesa si inserisce coerentemente nella tendenza di sviluppo di una flotta innovativa e l’attuale scenario geopolitico ha senz’altro contribuito all’incremento della domanda di navi militari dotate di elevati standard tecnologici e di sicurezza. Il segmento della costruzione navale militare costituisce terreno fertile di sviluppo, anche grazie alla crescita prevista del 10% entro il 2023 nel budget destinato alla difesa a livello europeo, in risposta alle crescenti sfide che l’UE si trova a fronteggiare.
Il 2023 ha inoltre rappresentato un punto di svolta per tutta l’economia del mare, inclusa l’industria navalmeccanica, grazie all’approvazione del Piano del Mare. Riconoscendo la strategicità della risorsa mare per lo sviluppo economico del Paese, il Comitato Interministeriale per le politiche del mare ha approvato uno strumento di programmazione delle politiche del settore marittimo per il prossimo triennio. Questo rappresenta un ottimo punto di partenza e solo un primo tassello nei piani di sviluppo futuro della Blue Economy.
In tale contesto, Assonave ha ridefinito la propria strategia all’interno di un disegno condiviso a livello europeo. L’industria navalmeccanica rappresenta un’infrastruttura chiave e un fattore abilitante per l’autonomia strategica europea e italiana di lungo periodo. La mission sarà il rafforzamento della filiera navalmeccanica nazionale, anche nei comparti emergenti dell’offshore e della subacquea, creando le condizioni per promuovere un’industria navalmeccanica italiana sempre più competitiva, tecnologicamente avanzata e sostenibile.
La sfida per il 2024 sarà quindi il saper integrare e implementare un piano di azione, volto a favorire la nascita di una politica industriale per il settore della navalmeccanica che si articoli intorno a tre direttrici: assicurare parità di condizioni di mercato; supportare lo sviluppo della capacità produttiva italiana e puntare a una maggiore efficienza produttiva, al fine di assicurare la produzione nei segmenti di mercato necessari a raggiungere l’autonomia strategica del Paese.
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