Pellet sub standard sequestrato nel porto di Venezia
A Marghera bloccato un carico di merce da 81 tonnellate
Tornano alla ribalta i sequestri di pellet sub-standard. L’ultima operazione di questo tipo – dopo che diverse erano state messe a segno nei mesi scorsi a Salerno, Palermo, Genova e Cagliari – vede come sfondo il porto di Venezia, dove in particolare nell’area di Marghera i funzionari delle Dogane e la Guardia di Finanza, nell’ambito dei controlli sulle merci in transito, hanno fermato 81.000 kg. del materiale biocombustibile, una quantità che avrebbe generato proventi illeciti per circa 40mila euro.
La merce, spiegano in una nota Dogane e GdF, aveva immediatamente destato sospetti sia in considerazione dell’etichettatura apposta, attestante una classe di qualità più elevata, sia “per via della provenienza” (non precisata però nella comunicazione). Controlli più approfonditi e analisi specifiche hanno permesso di appurare che sulla merce fosse stato fraudolentemente apposto il marchio registrato di un noto ente certificatore ma anche come il pellet risultasse contaminato da una quantità di piombo ben oltre i limiti consentiti e, quindi, fosse gravemente nocivo per la salute e l’ambiente.
Il legale rappresentante della società importatrice, concludono Dogane e GdF, è stato denunciato per “contraffazione marchi, frode ed immissione in commercio di prodotti pericolosi”.
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