“Confitarma vuole la riapertura di Suez”: ecco i quattro pilastri della presidenza Zanetti
Aggiornamento normativo, transizione green, marittimi e sicurezza della navigazione sono i temi principali ai quali lavorerà il nuovo corso della Confederazione
Roma – Quattro sono i pilastri sui quali verrà costruito il prossimo mandato della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) sotto la presidenza di Mario Zanetti: aggiornamento normativo, green transition, personale e sicurezza sui mari. A illustrare alla stampa il programma di lavoro, in occasione di un apposito media day organizzato a Roma, è stato lo stesso Zanetti insieme al direttore Luca Sisto e ai vicepresidenti Cesare d’Amico, Guido Grimaldi, Lorenzo Matacena e Mariella Amoretti. Proprio quest’ultima (che per due mesi è stata presidente reggente), a proposito del periodo turbolento che ha portato all’individuazione e alla nomina di Zanetti, ha detto: “Confitarma raccoglie una molteplicità di interessi, parliamo di oltre 100 associati; abbiamo un’organizzazione complessa e ho imparato a conoscerla bene da dentro durante i miei due mesi di presidenza protempore. Ritengo che la piccola crisi avuta (durante il percorso elettivo, ndr) ci abbia aiutato a tirare fuori il meglio”.
E in effetti l’impressione è che Confitarma oggi, probabilmente anche grazie al rinnovamento generazionale emerso nelle posizioni di vertice, intenda proporsi sul mercato e nell’ambiente politico sotto nuove vesti e con nuove ambizioni (anche comunicative).
A proposito dei quattro pilastri del prossimo mandato Zanetti ha affermato quanto segue. “Intendiamo supportare i decisori e far sentire la nostra voce in ambito di aggiornamento normativo: penso ed esempio al fatto che il Codice della Navigazione abbia oltre 80 anni, serve semplificazione e digitalizzazione. Spingiamo per una rapida approvazione del cosiddetto Ddl Malan” ha spiegato l’amministratore delegato di Costa Crociere, non nascondendo il rischio che l’estensione dei benefici del Registro Internazionale delle navi alle altre bandiere comunitarie possa portare a una perdita di naviglio battente il tricolore. “Il rischio di un flagging out può succedere; il nostro lavoro è infatti quello di voler rendere la bandiera italiana più competitiva e in questo modo rendere il settore italiano più competitivo. È un rischio che va affrontato” e per questo serve un quadro normativo e regolamentare adeguato.
Capitolo transizione ecologica: “È una priorità per tutto l’armamento italiano. Serve un supporto pubblico da affiancare agli investimenti e alle volontà dei privati. Si dovrà capire come i fondi derivanti dall’Ets saranno applicati e bisogna continuare a lavorare sul Decreto Flotte”. Zanetti, annunciando di aver preso parte a un primo tavolo di confronto con Fincantieri (che tramite Assonave recentemente aveva chiesto di non estendere anche ai cantieri extra-europei i contributi pubblici al rinnovo delle flotte italiane) più nel dettaglio ha detto: “Siamo disponibili e interessati a sederci al tavolo per trovare una quadra economica. Se non la troveremo pazienza. Ma il tempo stringe”.
Il terzo pilastro del nuovo mandato di Confitarma riguarda il personale e l’occupazione: “Continuare a lavorare per rendere l’impiego dei marittimi sempre più competitivo. Intendiamo abbattere barriere di costi e burocratiche” sono state le parole del presidente, che non ha mancato di evidenziare, a proposito della crisi in Mar Rosso, che “la sicurezza dei nostri equipaggi è una priorità così come lo è la sicurezza delle merci”.
Proprio il tema della sicurezza della navigazione, in particolare oggi in Mar Rosso, è il quarto capitolo del nuovo mandato di Confitarma. “La situazione dev’essere risolta nel più breve tempo possibile. Questa crisi rischia di avere delle ripercussioni a livello macro e microeconomico molto importante” ha proseguito Zanetti. Mentre il vicepresidente Cesare d’Amico ha aggiunto: “Vediamo con favore nuova iniziative multiforze che saranno presenti e permetteranno di far riprendere i transiti in Mar Rosso in maniera più sicura e meno incerta rispetto a quella odierna”.
Su questo Grimaldi si è spinto a una piccola polemica sull’aumento dei noli per il trasporto di container i cui destinatari appaiono facilmente identificabili: “Non mi risulta che gli armatori aderenti a Confitarma abbiano aumentato i noli e preferiscano l’aumento dei noli alla riapertura di Suez. Vedo un rischio enorme per la portualità italiana per effetto della deviazione delle navi verso il Nord Europa. Confitarma vuole che Suez riapra”. Forse, è il pensiero del vicepresidente, un’altra associazione non la pensa allo stesso modo.
A questo proposito un passaggio della conferenza stampa non poteva non riguardare l’auspicata (dal viceministro Rixi) riunificazione fra Confitarma e Assarmatori: “Sono due associazioni che rappresentano interessi. Lavoreremo per trovare posizioni comuni e su quelle fare fronte comune agendo in maniera coordinata. Dovremo lavorare insieme su interessi e temi che sono comuni” è il pensiero di Zanetti.
In conclusione Matacena ha posto invece l’accento sul fatto che “la possibilità di utilizzare nuove tecnologie all’interno dei porti dipende da quali si possono attualmente utilizzare in Italia. Il prerequisito, però, è che ci siano le infrastrutture necessarie. In Italia ci vogliono mediamente 12 anni a realizzare un’infrastruttura portuale. Oggi nel nostro Paese ancora non è prevista la possibilità di rifornire navi di Gnl, né di fare cold ironing o utilizzare metanolo”.
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