Traffici 2023 in calo ma i binari sono la consolazione di Trieste e Monfalcone
Il volume di merci movimentate nei due porti l’anno scorso è calato (del 3,42 e del 0,38%), ma la rail ratio dei container ha sfondato il muro del 50%
“Un anno, il 2023, con diversi segni meno per il traffico portuale, ma è utile collocare il calo all’interno del quadro generale di crisi che sta mettendo a dura prova l’economia mondiale e i porti: dalla guerra russo-ucraina al conflitto in Medio Oriente, che hanno prodotto un rallentamento della crescita”.
È con queste parole che l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale ha accompagnato la diffusione dei dati di traffico del sistema composto da Trieste e Monfalcone: “Le tensioni geopolitiche e i conflitti in atto hanno creato ulteriori disruption che si sono aggiunte a quelle lasciate in eredità dal Covid. Basta guardare i dati per capire che la crisi è arrivata anche a Trieste e potrebbe durare nel tempo. Per questo dobbiamo saper diversificare per reagire agli shock. Nell’insieme però l’Adriatico orientale ha offerto una prova di forza, contenendo le perdite e investendo nel settore ferroviario e su nuove linee nell’area inframed con l’Egitto e il Marocco” ha commentato il presidente dell’ente Zeno D’Agostino.
Secondo l’Adsp “soprattutto i valori del traffico ferroviario del sistema dei due porti confermano un trend di crescita nonostante il contesto socio politico molto instabile. Nel 2023 lo scalo giuliano ha movimentato 8.979 treni (-6,70%). Stiamo parlando di circa 640 treni in meno, ma va evidenziato che molti terminal hanno messo a segno ottime performance (Molo VII, piattaforma logistica, Seastock, terminal cereali) ed è partito il nuovo traffico dell’area di FREEeste. Ribaltando il punto di osservazione e guardando al sistema nel suo complesso, visto che l’obiettivo del settore è creare un network ferroviario unico tra i due scali e gli interporti di Trieste-Fernetti e Cervignano, 12.379 sono stati i treni lavorati, un risultato record mai raggiunto prima che conferma Trieste e Monfalcone primo sistema ferroviario d’Italia. Ma il numero ancor più significativo riguarda il modal shift: il 54% dei container a Trieste nel 2023 ha usato la ferrovia. Questo risultato già oggi supera la quota che l’UE ha posto come obiettivo del traffico ferroviario europeo di merci per il 2050 del 50%, un grande risultato anche in termini di sostenibilità ambientale”.
Per quanto riguarda i volumi totali, lo scalo giuliano chiude il 2023 con 55.624.925 di tonnellate di merce movimentate e una diminuzione del 3,42% rispetto all’anno precedente: in valore assoluto si tratta di quasi 2 milioni in meno sul 2022. Includendo anche la performance di Monfalcone, si superano invece i 59 milioni: numeri sono al di sotto dei valori pre-pandemia (quando erano stati movimentati 66 milioni di tonnellate nei due porti), ma in linea con la crisi in atto.
Stabili le rinfuse liquide con 37.345.812 tonnellate (-1,42%). Il dato evidenzia soprattutto come stia diminuendo l’incidenza del comparto nello scalo giuliano: nel 2015 corrispondeva al 72% dei volumi totali di traffico, mentre nel 2023 la percentuale è scesa al 67%, a favore della crescita degli altri settori merceologici, anche se Trieste resta sul podio come primo terminal petrolifero del Mediterraneo. Risultato negativo per il settore merci varie (-6,43%).
A contribuire il calo nel traffico ro-ro pari al -5,45%. Per quanto riguarda il numero di veicoli, 324.208 sono state le unità complessive (-3,84%). Andando nel dettaglio delle sottocategorie, la perdita in termini di motrici, rimorchi e semirimorchisi si attesta sul -6,79%, archiviando il periodo di riferimento con 298.570 unità transitate. In controtendenza invece la sottocategoria dei mezzi commerciali a bordo dei traghetti, che realizzano un incremento a doppia cifra (+47,91) con 24.551 unità. Nell’anno appena concluso l’Autostrada del Mare, che conta 14 toccate settimanali tra Trieste e i maggiori scali turchi, ne ha raggiunte in totale 804 rispetto alle 862 dell’anno precedente anche per navi più grandi messe in linea. La diminuzione generale di questo comparto è attribuibile alla situazione di stasi internazionale ed europea e soprattutto al minor interscambio con la Germania.
Contenuta la perdita del settore contenitori (-2,92%), con 852.193 Teu (ma pari al -3,94% in termini di tonnellate, coi vuoti in aumento sia in gateway che in transhipment). Si tratta del secondo miglior risultato in assoluto dello scalo giuliano con valori superiori al 2019 quando erano stati movimentati 789.640 Teu (ma 9,2 milioni di tonnellate contro gli 8,4 di quest’anno). Forte calo per le rinfuse solide con 443.811 tonnellate (-31,69%.).
Trend inverso e tutto positivo per il traffico passeggeri: lo scalo triestino ha registrato complessivamente un totale di 468.599 crocieristi (+7,15%) rispetto alle 437.336 unità dell’anno precedente.
Stabili i volumi totali del porto di Monfalcone con 3.829.721 tonnellate movimentate (-0,38%). Risultato senza precedenti per il traffico ferroviario (+25,31%) che consolida la crescita con 1.896 treni. Leggera flessione per le rinfuse solide con 3.012.125 tonnellate (-2,74%). In salita il settore merci varie (+9,40%) con 817.596 tonnellate movimentate, riconducibile all’aumento della sottocategoria “altre merci varie” che, con 615.061 tonnellate, ha riportato un incremento del +5,18%. Volata per il comparto veicolo commerciali con una crescita a doppia cifra (+30,50%) e 109.187 mezzi transitati. Flessione per il traffico passeggeri (-3,72%), con 92.045 crocieristi rispetto ai 95.599 dello scorso anno.
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