Vinacci: “Obiettivo di raccolta a 150 milioni per il Blue Economy Debt Fund”
Fra i componenti del Comitato investimenti anche esponenti di Confindustria Nautica, Confcommercio e di banchero costa
Consultinvest, gruppo finanziario guidato da Maurizio Vitolo, e Zenit Sgr hanno presentato a Genova l’iniziativa Blue Economy Debt Fund “che ha come obiettivo quello di dar vita al primo fondo italiano di private debt, dedicato a finanziare e supportare i progetti di crescita delle aziende che operano nei vari settori dell’economia del mare”.
Il capoluogo ligure ha rappresentato la prima tappa di un roadshow che toccherà varie città italiane più vicine all’economia del mare (tra cui Trieste, Ravenna, Napoli e Taranto) ma anche arriverà all’estero, in particolare a Ginevra, in Svizzera (dove ha sede fra gli altri il Gruppo Msc di Gianluigi Aponte).
Blue Economy Debt Fund nasce dal lavoro di un team che ha visto tra i professionisti coinvolti Beatrice Gattoni di Consultinvest e Giancarlo Vinacci, già assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova e vertice dell’Advisory Board di Assonautica Italiana-Unioncamere, che sarà anche alla guida del Comitato investimenti del fondo.
Proprio Vinacci a SHIPPING ITALY spiega più in dettaglio che “la fase di raccolta è appena iniziata con l’obiettivo di arrivare a 150 milioni di euro. Una volta giunti al 50% di questo target saremo però in grado già di partire per cui prevedo che le prime operazioni potrebbero prendere forma già dalla prossima primavera”. Nel mirino “qualsiasi tipo di progetto che riguardi l’economia del mare con esclusione dell’attività estrattiva e la pesca. Guardiamo quindi alle infrastrutture digitali e non, alla crocieristica, ai porti, alla cantieristica, ai trasporti, alla logistica alla catena del freddo. Non ci rivolgeremo a startup ma ad aziende in espansione”.
A proposito del commitment garantito dagli investitori l’ex assessore del Comune di Genova afferma che interlocuzioni sono in corso con soggetti come “Cdp, Fei, qualcosa potrebbe arrivare anche da alcuni dei 23 fondi di Consultinvest e molti altri soggetti”. Vinacci tiene poi a sottolineare il fatto che “il Comitato investimenti del fondo avrà al suo interno componenti che garantiscono un’elevata conoscenza della materia provenienti da Confindustria Nautica, Confcommercio, dalla Presidenza del Consiglio e ad esempio anche da una divisione di banchero costa”. Quest’ultima è la più grande e importante società di brokeraggio navale basata in Italia e con un’ampia conoscenza del mercato marittimo e dei super yacht. Possibili opportunità di collaborazioni sono previste, soprattutto in qualità di advisor nel mondo navale, con la società Vsl guidata da Fabrizio Vettosi.
Maurizio Vitolo, fondatore e amministratore delegato del Gruppo Consultinvest, ha dichiarato che “l’iniziativa conferma ancora una volta la capacità del Gruppo di sviluppare strumenti finanziari dedicati alle aziende in grado di generare una crescita positiva sull’economia del Paese. E siamo felici di farlo insieme a Zenit Sgr che grazie al suo ingresso nel Gruppo ha contribuito, con le professionalità e l’esperienza del team, ad arricchire l’offerta di servizi di investimento con prodotti di altissima qualità dedicati anche agli investitori istituzionali e professionali. Il progetto Blue Economy Debt Fund sarà il primo passo concreto in questa direzione, uno strumento virtuoso che beneficia delle opportunità dell’economia legata al mare. Quando tutto sarà pronto, nei prossimi mesi, l’iniziativa farà leva anche sulla forza della nostra rete di oltre 400 consulenti presenti su tutto il territorio, professionisti che saranno di fondamentale importanza sia per la raccolta che per l’individuazione delle opportunità di investimento”.
Secondo i protagonisti del nuovo fondo di debito l’economia del mare in Italia, considerando anche la componente indiretta o l’indotto, si attesta a 143 miliardi di euro, quasi il 9% del complesso del valore aggiunto nazionale, con un’occupazione di circa 914 mila persone direttamente coinvolte. Nel 2022 le imprese attive erano 228.190 su tutto il territorio, comprese Val d’Aosta e Umbria, «dati che testimoniano la crescita di una filiera che va, dunque, tutelata e sostenuta con strumenti di finanza dedicata».
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