Rifiuti delle navi, modifiche alla norma del 2021
Allo studio del Parlamento un intervento di ritocco al D.Lgs 197, per chiarire meglio, fra l’altro, l’attribuzione di competenze fra Adsp e Autorità marittime
La disciplina di raccolta di rifiuti delle navi potrebbe essere a breve modificata.
All’esame del parlamento è infatti da alcune settimane uno schema di decreto legislativo di modifica del D.Lgs 197/202, le cui interpretazione e applicazione diverse problematiche avevano creato nei mesi scorsi. L’obiettivo è quindi quello di superare alcune difficoltà operative dovute in particolare al riparto di competenze fra Autorità di sistema portuale e Autorità marittime. Tra le modifiche proposte quella che consente ai gestori degli impianti portuali di raccolta di sottoscrivere accordi con gli armatori e i consorzi di gestione rifiuti per la gestione di particolari tipologie di rifiuti. Inoltre viene precisato che il Piano di gestione dei rifiuti portuali andrà sottoposto a valutazione ambientale strategica.
Un altro intervento chiarisce come sia l’Autorità marittima competente a ricevere la notifica anticipata dei rifiuti da parte del comandante della nave diretta verso il porto. Inoltre risultano più dettagliati gli obblighi di sicurezza da rispettare da parte degli impianti portuali di raccolta. Viene infine integrata la definizione di “rifiuti delle navi”. Secondo il D.Lgs 197/2021 vigente i rifiuti delle navi sono tutti i rifiuti, compresi i residui del carico, le acque reflue prodotte durante le operazioni di servizio o durante le operazioni di carico, scarico e pulizia, e che rientrano nell’ambito di applicazione degli allegati I, II, IV, V e VI della convenzione Marpol nonché i rifiuti accidentalmente pescati. A queste categorie di rifiuti, dopo le acque reflue, lo schema di modifica aggiunge i sedimenti.
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