Al porto di Livorno sulle Darsene Calafati e Pisa sarà battaglia
Il cantiere navale Lorenzoni contesta la scelta dell’Adsp di dedicare l’area alla nautica d’alta gamma
L’idea dell’Autorità di sistema portuale di Livorno di dedicare le Darsene Calafati e Pisa ad una nuova attività di cantieristica per il diporto di alta gamma non avrà vita facile.
Come rivelato da SHIPPING ITALY, il progetto prende le mosse da uno studio di Rina Consulting commissionato dall’Adsp (per 30.500 euro) e consegnato la scorsa primavera, col quale, in estrema sintesi, si raffrontano le ricadute occupazionali e reddituali delle attività di cantieristica oggi insistenti sulle aree in questione con quelle dell’ipotetico cantiere di costruzione e riparazione di maxiyacht. Il confronto, secondo Rina e quindi Adsp, è impietoso, dato che l’ipotetico nuovo cantiere garantirebbe circa 80 milioni di euro di fatturato e 450 posti di lavoro con stipendi medi pari al doppio dello stipendio medio italiano.
Tale impostazione è però finita nel mirino di almeno uno dei concessionari destinati a sgomberare. Lo storico Cantiere navale Lorenzoni, attivo nella costruzione e riparazione navale, infatti, è deciso a dare battaglia, anche adendo le vie legali. Nel mirino non ci sono solo alcuni degli assunti dello studio e i criteri di raffronto utilizzati, ma anche il comportamento dell’Adsp. All’ente, in particolare, si imputa di aver riconsiderato, “in un breve lasso temporale e attraverso l’adozione di inadeguati atti” – spiegano da Lorenzoni – la destinazione funzionale delle due Darsene, “con una visione completamente opposta a quella individuata nell’aggiornamento del Piano regolatore portuale del 2020”.
La cosa non solo risulterebbe quindi incoerente con gli oltre 9 milioni di euro investiti dall’Adsp sull’area negli ultimi anni e con il circa mezzo milione di investimento richiesto a Lorenzoni a fronte del quadriennio di concessione rilasciatogli (a tutto il 2026), da cui, sostiene la ditta, il suo legittimo affidamento “nel poter potenzialmente proseguire nel rapporto concessorio ed effettuare ingenti investimenti per migliorare il ciclo produttivo”. Ma configurerebbe anche azioni di dubbia legittimità amministrativa.
Secondo Lorenzoni, infatti, l’assimilazione delle attività di cantieristica nautica a quelle di cantieristica navale sarebbe impropria e non basterebbe l’adeguamento tecnico funzionale ventilato dallo studio del Rina e dall’Adsp per destinare l’area alle nuove funzioni, ma occorrerebbe una variante stralcio, procedura decisamente più complessa.
Da capire se altri dei concessionari coinvolti affianchino o meno Lorenzoni – per il momento si registra solo il no comment del gruppo F.lli Neri –, ma par fuor di dubbio che per l’Adsp labronica, negli anni passati protagonista di aspri contenziosi sui propri atti pianificatori, si apra un altro fronte giudiziario.
Restando in tema di consulenze, da registrare come pochi giorni fa l’Adsp, “al fine di fornire all’Amministrazione un quadro aggiornato dello stato dell’accoglienza passeggeri nei porti di Livorno e Capraia, anche al fine di individuarne potenzialità e criticità”, abbia affidato per 58.560 euro il relativo servizio di analisi alla società veneziana Risposte&Turismo Srl.
Proprio l’Adsp di Venezia un incarico simile (“Supporto per analisi del Piano economico finanziario della concessione del servizio di accoglienza passeggeri di Venezia Terminal Passeggeri” e “Supporto per analisi sotto il profilo economico finanziario delle istanze di concessione dei terminal commerciali di Marghera”) l’ha invece appena affidato per 56.608 euro alla Choros Srls, azienda facente capo al docente universitario Marco Percoco.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY