Maersk vede nero per il futuro a causa dell’eccesso di stiva nel settore container
L’ultimo trimestre è tornato a chiudere in perdita e l’a.d. Vincent Clerc si dice molto preoccupato per gli effetti sui noli dell’arrivo di molte nuove costruzioni
Il gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk, secondo player mondiale (alle spalle di Msc) per capacità di stiva dedicata al trasporto marittimo di container, vede nero per il futuro. A preoccupare è soprattutto l’eccessivo numero di nuove navi destinate a entrare sul mercato mentre la domanda di trasporto risulta nella migliore delle ipotesi costante o in lievissimo aumento.
Per l’amministratore delegato Vincent Clerc anche l’attuale crisi in Mar Rosso ha finora comportato “solo un aumento dei transit time e, non appena la navigazione attraverso il canale di Suez tornerà a essere possibile in sicurezza i noli scenderanno immediatamente”. L’overcapacity di stiva sul mercato mostrerà i suoi effetti peggiori nel 2025 e 2026 secondo il numero uno del gruppo. “Persino ora che stiamo circumnavigando l’Africa gli effetti dell’eccesso di stiva e la pressione sul prezzo dei noli si sente” ha aggiunto.
Le preoccupazioni arrivano in primis dall’ultima trimestrale appena pubblicata: nel periodo 1 ottobre – 31 dicembre 2023 Maersk ha infatti registrato un margine operativo e un risultato netto entrambe di segno negativo, qualcosa che non accadeva dal 2019 periodo pre-Covid). Nel quarto trimestre 2023 i ricavi del gruppo hanno segnato il quinto calo trimestrale consecutivo essendo ammontati a 11,74 miliardi di dollari (-34,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Ad affondare i risultati la riduzione dei ricavi generati dal core business del trasporto marittimo containerizzato che nel periodo ottobre-dicembre dello scorso anno sono stati pari a 7,18 miliardi di dollari (-46,0%). La riduzione dei noli marittimi per Maersk nel quarto trimestre del 2023 è stata del -50,1% con una rata media per spedizione pari a 1.925 dollari per container da 40′ rispetto a 3.869 dollari/Feu nel corrispondente periodo del 2022. Ciò a fronte di un volume di carichi containerizzati trasportati dalla flotta del gruppo che è aumentato del +10,7% essendo stato pari a 3,11 milioni di Feu.
Oltre a ciò nel periodo ottobre – dicembre 2023 i ricavi generati dalle attività logistiche del gruppo si sono attestati a 3,54 miliardi di dollari (-8,2%), quelli prodotti dalle attività terminalistiche a 1,02 miliardi (+2,0%) e i ricavi derivanti dai servizi di rimorchio e dai servizi marittimi a 571 milioni (+0,5%).
Il gruppo ha archiviato il periodo ottobre – dicembre con una perdita netta di 456 milioni di dollari rispetto a un utile netto di 4,98 miliardi nello stesso periodo del 2022.
Secondo l’amministratore delegato Vincent Clerc seppure “attualmente il mercato continua a essere caratterizzato da volumi consistenti e la crisi nel Mar Rosso ha causato repentine limitazioni della capacità e una temporanea crescita dei noli, alla fine l’eccesso di offerta di trasporto marittimo avrà un impatto sui nostri risultati”.
Maersk prevede che nel 2024 i volumi di merci da trasportare in container via mare cresceranno del 2,5% – 4,5%, con quelli del gruppo danese che risulteranno in linea con il mercato, mentre l’Ebitda è stimato nella forbice 1 – 6 miliardi di dollari (rispetto ad un Ebitda di 9,59 miliardi nell’esercizio annuale 2023). Nell’esercizio appena concluso i ricavi sono diminuiti del -37,4% scendendo a 51,06 miliardi e l’utile netto è calato del -86,7% attestandosi a 3,91 miliardi di dollari.
Al 31 dicembre scorso la flotta della Maersk era costituita da 672 navi (707 al 31 dicembre 2022), di cui 310 di proprietà (318) e 362 a noleggio (389).
Sempre in occasione della presentazione dei risultati trimestrali il gruppo danese ha fatto anche sapere che scorporerà le sue attività di rimorchio gestito dalla società Svitzer in un nuovo gruppo che verrà quotato alla borsa di Copenhagen.
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