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L’Adsp di Taranto ha firmato il contratto per il dragaggio del Molo Polisettoriale
Intanto i sindacati chiedono al Ministero dei Trasporti un incontro per assicurarsi un’ampia proroga della Taranto Port Workers Agency in scadenza al 31 marzo
L’esperto manager portuale Alessandro Becce è il nuovo amministratore delegato di San Catalado Container Terminal, società terminalistica del gruppo turco Yilport concessionaria del Molo Polisettoriale di Taranto.
Lo sbarco in Puglia è avvenuto a poche settimane di distanza dall’uscita dal gruppo F2i Holding Portuale di cui era stato fino allo scorso dicembre amministratore delegato occupandosi dei terminal break bulk sparsi fra Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Per Becce si tratta di una nuova parentesi professionale che fa seguito a un lungo elenco di incarichi apicali anche in altri primari gruppi del terminalismo portuale come Psa (a Marghera e a Mersin in Turchia), Ictsi (presso l’Adriatic Gate Container Terminal di Rijeka), Dp World (a Dubai) e Contship Italia (a Cagliari, Gioia Tauro e La Spezia). Dal 2000 al 2004 era stato anche presidente dell’Autorità Portuale di Savona-Vado.
“Il San Cataldo Container Terminal ha 1 milione di mq di piazzali, è un terminal che il sistema paese non può permettersi di tenere vuoto. Evergreen era arrivata a movimentare fino a 750mila Teu all’anno ma è stata fatta scappare per ragioni ben note a tutti. La burocrazia può uccidere” sottolinea a SHIPPING ITALY il neo amministratore delegato del terminal container di Taranto. “Nel gruppo turco Yilport ho trovato investitori pronti a scommettere su questo porto ma serve che i dragaggi dei fondali siano portati a termine. Siamo consapevoli che l’Autorità portuale stia facendo l’impossibile per accelerare i lavori e sono convinto che i tempi siano maturi per tornare a fare dello scalo un hub importante per il Mediterraneo centro-orientale”. Attualmente i fondali arrivano a una profondità di 14 metri in testata al Molo Polisettoriale e a fine 2024 dovrebbero concludersi i lavori per assicurare pescaggi fino a 16,5 metri. Oltre a ciò sono stati assegnati a inizio anno anche i lavori per la nuova diga che migliorerà l’accessibilità nautica del porto proteggendo le navi dai venti meridionali.
Becce sembra avere le idee chiare anche sul tipo di sviluppo possibile per il San Cataldo Container Terminal: “Il mercato sta cambiando. Il Mediterraneo orientale sta acquisendo un’importanza crescente sia per il progressivo reshoring delle produzioni sia per la ricostruzione del Medio Oriente che si avrà nei prossimi anni. Nel corridoio Adriatico il porto di Taranto è l’unico ad avere quelle dimensioni dove c’è un investitore totalmente disponibile a potenziare l’equipment ma come si fa ad acquistare una gru se poi mancano i fondali sufficienti a ospitare le grandi navi?”.
Il nuovo a.d. si dice “convinto che ci sia spazio sul mercato per Taranto come hub perché Malta è piena e Gioia Tauro è ‘colorata’ (di giallo, il colore dei container di Msc che controlla il Medcenter Container Terminal, ndr)”.
In porto Becce troverà un’agenzia dei portuali ‘in scadenza’, la Taranto Port Workers Agency S.r.l. (Tpwa), per la quale proprio in questi giorni la pressione politica è ai massimi al fine di ottenere l’approvazione di un apposito emendamento, durante la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che ne assicuri la proroga.
Una richiesta di incontro urgente è stata infatti inviata al ministro dei Trasporti Matteo Salvini, al viceministro Edoardo Rixi e ai parlamentari e senatori ionici dai rappresentanti dei sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, rispettivamente Michele De Ponzio, Gianluca Semitaio e Carmelo Sasso. Nonostante siano già stati presentati diversi emendamenti dai partiti di maggioranza che prevedono proroghe fino a fine 2024, i sindacati chiedono questo incontro “alla luce dei pareri negativi ricevuti dagli emendamenti, presentati in fase di conversione del decreto-legge Milleproroghe, funzionali alla proroga dei termini e del finanziamento dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. L’obiettivo – scrivono – era ed è quello di ottenere una proroga per la Taranto Port Workers Agency S.r.l. (TPWA) per un periodo non inferiore ad ulteriori 18 mesi (anche se il risultato migliore sarebbe arrivare a 24 mesi), rispetto ai tre sin qui ottenuti che scadranno il prossimo 31 marzo”.
L’incontro richiesto ha come finalità quella di analizzare congiuntamente tutte le eventuali misure di tutela alternative per la platea dei 338 lavoratori ex TCT in questione, le cui misure di sostegno ad oggi scadrebbero fra meno di 2 mesi. Dal loro punto di vista i sindacati ribadiranno al ministro Salvini come la proroga “non sia uno strumento assistenzialistico ma bensì un progetto di politiche attive del lavoro nato con la costituzione del DL 243/16 diventato Legge 18/17 con circa 550 lavoratori” e che il percorso tracciato, al fine di ricollocare i 330 lavoratori ancora presenti in Agenzia attraverso anche una riqualificazione professionale coerente con le richieste dei futuri nuovi investitori in porto, “necessita di uno sforzo politico congiunto per trovare le risorse per coprire gli ultimi tempi tecnici”. Questa ulteriore proroga (l’agenzia esiste dal 2016) viene infatti considerata condizione strettamente necessaria per poter vedere concretizzati e capitalizzati gli investimenti, da parte di quegli operatori economici che si stanno affacciando nell’area portuale ionica, in particolar modo attraverso i progetti nell’area Zes, che dovrebbero portare alla creazione di centinaia di nuovi posti di lavoro secondo quanto prospettato dall’Autorità di Sistema Portuale e dagli stessi sindacati.