Crociere in Italia oltre le stime: nel 2023 quasi 13,8 milioni passeggeri, nel 2024 altro record
Secondo Risposte Turismo le previsioni dell’anno corrente potrebbero nuovamente essere riviste al rialzo per effetto di riposizionamenti di navi dovuti alle tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo
L’anno 2023 sul fronte crocieristico si è chiuso con 13,79 milioni di passeggeri e con oltre 4.900 toccate nave in 61 porti italiani, dunque un netto superamento delle già positive previsioni che stimavano una chiusura d’anno intorno a 12,4 milioni di crocieristi accolti in Italia. A dirlo sono i dati riportati dal consueto rapporto di Risposte Turismo.
Per il 2024 la stima vede ancora un superamento, anche se di dimensioni contenute, di questo risultato: il nuovo record stimato è in realtà, per ora, un assestamento nel numero dei crocieristi (+0,1% 2024/2023) mentre più decisa la crescita degli accosti, pari al +6%.
Il quadro complessivo è frutto di uno scenario diversificato – specifica il rapporto – con alcuni scali che si accingono a registrare un nuovo record nei volumi di traffico e altri che accoglieranno meno passeggeri di quanti ne sono transitati nel 2023.
A livello mondiale il recupero del comparto crocieristico nel 2023 ha permesso di superare (secondo le statistiche di Clia) la quota dei 30 milioni di clienti a bordo, volumi sfiorati nel 2019 quando la domanda crocieristica fu pari a 29,7 milioni. Per il 2024 si prevede un’ulteriore (anche se più contenuta) crescita, arrivando a superare i 32 milioni di clienti con volumi effettivi che potrebbero addirittura superare i volumi
stimati, grazie alla piena occupazione delle unità in sempre più aree di deployment nel mondo.
Di fatto l’Italia ha registrato nel 2023 una crescita del 48% rispetto al 2022 per quanto riguarda i volumi di passeggeri movimentati nei porti, evidenziando al tempo stesso un più contenuto incremento nel numero degli accosti (+0,3%).
Nel 2023 sono oltre 2 milioni i turisti crocieristi che si sono imbarcati in porti italiani. Civitavecchia consolida il suo ruolo di primo porto italiano, con oltre 3,3 milioni di crocieristi movimentati (un quarto del totale nazionale).
Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza per la macroindustria turistica, che realizza e pubblica lo short report Speciale Crociere con le statistiche aggiornate dell’anno precedente e le stime di quello appena iniziato, ha commentato a fronte delle ultime analisi che “l’industria crocieristica mondiale ha ripreso a crescere, ed è sempre più attenta ad alcune priorità e criticità (dal rapporto con le comunità locali alle riduzioni degli impatti ambientali, e non solo) la cui gestione rappresenta ormai una necessità più che un vantaggio competitivo su altre forme di vacanza. L’Italia – secondo di Cesare – resta tra i leader mondiali come destinazione e come sistema di offerta, e sempre più la crocieristica assume i tratti di una produzione capace di rappresentare un modello per altri comparti della macroindustria turistica. Oggi il livello di competenza sul tema da parte non solo degli operatori ma anche dei rappresentanti delle destinazioni interessate dagli itinerari delle navi è decisamente più alto di quanto registravamo 10 o 15 anni fa”.
Entrando più nel particolare riguardo alle previsioni 2024 queste stimano un’ulteriore, ancorché marginale, crescita del traffico crocieristico in Italia, puntando a segnare un nuovo record nel numero di passeggeri e toccate nave accolti. I primi portandosi a circa 13,8 milioni, le seconde a circa 5.200 (+6% 2024/2023).
Alcuni porti dovrebbero raggiungere un nuovo record di traffico, come Civitavecchia (+0,5% passeggeri 2024/2023), Napoli (+3%) e Palermo (+6,4%).
Nella classifiche 2024 vediamo tra i porti italiani, Civitavecchia che resta al vertice con 3,3 milioni di passeggeri, sostanziale stabiile rispetto al 2023. Seguono Napoli e Genova, distanziati da circa 200.000 passeggeri, con lo scalo partenopeo a prevedere una crescita del 3% sia per passeggeri che per toccate nave, e quello ligure ad attendersi una riduzione di circa il 10% in entrambe le variabili. Segue al quarto posto Palermo, che nel 2024 dovrebbe superare per la prima volta il milione di passeggeri (+6,4% 2024/2023) con 245 toccate. In termini assoluti le variazioni più consistente dovrebbero essere registrate da Livorno, Cagliari e Messina (rispettivamente +160.000, +150.000 e +125.000 movimenti passeggeri). I tre principali porti liguri, tutti presenti nella top 10 del 2024, sono accomunati quest’anno da una prevista riduzione di traffico (sia passeggeri che call) che potrebbe portare il totale regionale a scendere di poco sotto la soglia dei 3 milioni. Non è esclusa ad ogni modo una variazione – in aumento – nelle prossime settimane se dovesse essere confermato qualche ulteriore riposizionamento di navi da crociere a causa delle attuali tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo.
Saranno 16 i porti che accoglieranno più di 100.000 passeggeri, con Brindisi a sfiorare quest’anno tale soglia che non sarà invece raggiunta da Siracusa.
Riguardo ai primi 20 porti del Mediterraneo nel 2023: Barcellona si è confermato al primo porto, distaccandosi di circa 200.000 passeggeri da Civitavecchia, con circa 3,5 milioni di passeggeri e 804 accosti mentre quello italiano 3,3 milioni con 809 accosti: dato molto simile a quello degli anni precedenti. Al secondo posto Marsiglia con 2,6 milioni di crocieristi movimentati, in forte crescita sul 2022 (+76%), seguita da Palma de Mallorca con 1,9 milioni. In totale, i primi 20 porti del Mediterraneo (di cui 9 italiani) hanno sfiorato i 26 milioni di passeggeri e raggiunto le 9.000 cruise call, segnando rispettivamente una crescita del 51% e del 6,8% sul 2022.
A livello regionale nel 2023 la Liguria e il Lazio si sono contese il titolo di prima regione crocieristica d’Italia. Nello specifico la prima ha accolto 3,37 milioni di passeggeri e 790 call in 7 porti e la seconda 3,32 milioni e 844 call in 3 porti (il 99% del traffico è concentrato a Civitavecchia). Segue la Sicilia con quasi 1,9 milioni di passeggeri, superando di poco la Campania (circa 80.000 passeggeri movimentati). Le prime tre regioni hanno concentrato il 62% del traffico passeggeri e il 51% degli accosti. Sono solo due le regioni con affaccio sul mare che non hanno accolto traffico crocieristico: Basilicata e Molise.
Infine le classifiche degli homeport e dei porti di transito nel 2023: Civitavecchia è anche il primo porto per volume di crocieristi imbarcati e sbarcati (1,6 milioni). Segue a distanza Genova, con 625.000 crocieristi coinvolti in operazioni di home in/out. Al terzo posto Savona, con 5 passeggeri su 10 ad essersi imbarcati o sbarcati nel porto ligure (quasi il 60% del totale del traffico accolto). Volendo considerare le quote percentuali, la classifica vede ai primi posti tutti porti dell’Adriatico con Venezia (88% del totale), Ravenna (85%), Chioggia (81%), Monfalcone (69%) e Trieste (63%).
In totale, i crocieristi che hanno iniziato una crociera nei porti italiani sono stati oltre 2 milioni.
“Se per alcuni le previsioni per il 2024 – spiega Francesco di Cesare – dopo le accentuate variazioni positive degli ultimi due anni, possono rappresentare una battuta d’arresto, per noi di Risposte Turismo, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, sono da vedere come una occasione per consolidare le proprie posizioni e riflettere su se, come, e a quali condizioni puntare a crescere nelle prossime stagioni. Non è affatto detto, infatti, che la crescita dimensionale debba rappresentare sempre un obiettivo. Perché lo sia, vi devono essere le giuste condizioni. Tra esse, la capacità del sistema di offerta di accogliere più passeggeri, adeguate infrastrutture di mobilità per non mettere in difficoltà le dinamiche di spostamento di chi in quelle destinazioni vive e lavora, la volontà di leggere e gestire l’intero turismo, di cui la crocieristica fa parte, come unico fenomeno ancorché alimentato da diverse componenti. Che l’Italia sia destinata a restare tra i paesi leader della crocieristica non v’è alcun dubbio. La sfida starà su come vorrà e saprà gestire un fenomeno comunque destinato a crescere e a cambiare”
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