Augusta mette le fondamenta dei nuovi terminal container e ro-ro/multipurpose
Approvato l’adeguamento tecnico funzionale che ridisegna il profilo dello scalo con opere per 210 milioni di euro. possibile ricorso al project financing
Cambia il layout futuro del porto di Augusta.
L’Autorità di sistema portuale del Mar di Sicilia orientale ha reso noto, infatti, come il Consiglio superiore dei lavori pubblici abbia “approvato la proposta di adeguamento tecnico-funzionale del piano regolatore del porto di Augusta, che prevede una diversa e più efficiente di dislocazione dell’ampliamento del terminal dedicato ai contenitori, già previsto nel piano originario, e un nuovo terminal 30.000 mq che nascerà nell’attuale pontile Ro-Ro”.
L’immagine in basso raffronta a sinistra il nuovo Prp con quello fino a ieri vigente. In verde nell’immagine è rappresentato il lavoro avviato dall’Adsp circa due anni fa, che, già finanziato con 175 milioni di euro, dovrebbe concludersi nel 2025 (in pagina un’immagine dei lavori in corso). In blu sono invece disegnate le opere ‘aggiunte’ dall’Atf, che ‘valgono’ 90 e 120 milioni di euro: “Data la scarsità di risorse pubbliche, stiamo ragionando anche sull’ipotesi project financing, ma per il momento ci limiteremo alla progettazione” ha commentato il presidente dell’Adsp Francesco Di Sarcina.
La fiducia, però, nelle potenzialità delle due opere, è solida: “Il nuovo terminal ro-ro, merceologia per la quale, abbiamo rilevato, Augusta presenta un’attrattività limitata per varie ragioni, consente il mantenimento delle funzioni del pontile esistente. Ma in realtà, con la creazione di 30mila mq di piazzali, consente una versatilità oggi sconosciuta, sfruttabile verso tipologie merceologiche – penso a rinfuse, multipurpose, industriali – per le quali Augusta è più appetibile”.
Per quanto riguarda i 90.000 mq per l’area contenitori, con possibilità di ormeggio di navi container fino a 16mila Teu con fondali di 15 metri, la scommessa di Di Sarcina è leggermente differente: “La Sicilia è un territorio che conta quasi 5 milioni di persone. Le sue esigenze di consumo di beni provenienti da oltremare sono oggi soddisfatte per così dire di ‘rimbalzo’, con merce che sbarca in altri porti italiani e poi arriva qui via feeder, strada o ro-ro. Il nuovo terminal avrà invece le caratteristiche per essere una banchina gateway funzionale al territorio di riferimento”.
A latere dello sviluppo infrastrutturale il numero uno dell’Adsp individua altri due driver di sviluppo per lo scalo: “Il potenziale per la cantieristica è ampio e in proposito stiamo lavorando ad uno studio specifico. Poi c’è il filone della conversione energetica. A questo proposito abbiamo ricevuto l’interesse di diversi soggetti industriali e parteciperemo al bando del Mase per l’eolico in via di predisposizione”.
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