Cma Cgm riconsidera il passaggio in Mar Rosso con le sue navi
Dopo l’adesione della Francia alla missione europea si valuterà nave per nave la rotta da seguire. Frontline continua a girare al largo
La compagnia marittima francese Cma Cgm ha riferito ai clienti in una nota dei giorni scorsi che tenterà ancora una volta alcuni transiti attraverso il Mar Rosso meridionale dopo che il gruppo ha sospeso due volte la rotta per motivi di sicurezza.
L’avviso è arrivato poco prima che il leader del movimento ribelle Houthi rinnovasse le sue minacce ai trasporti marittimi e che altre importanti compagnie di navigazione ribadissero la loro intenzione di continuare a evitare la regione: “Il gruppo Cma Cgm ha rivalutato la situazione nell’area meridionale del Mar Rosso e l’evoluzione delle condizioni ci consente di riprendere il transito caso per caso” ha scritto il gruppo in un avviso ai clienti pubblicato il 28 febbraio.
La mossa arriva pochi giorni dopo che la marina francese si è unita all’Unione Europea che sta lanciando Eunavfor Aspides, operazione difensiva nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden e nella regione circostante. La Francia gestisce una nave da guerra nell’area da dicembre e in precedenza la Cma Cgm aveva riferito che le sue navi effettuavano il transito solo quando erano scortate. Il gruppo francese ha successivamente spiegato che l’attesa delle scorte e la situazione nella regione stava interrompendo i suoi programmi e ha quindi sospeso tutte le partenze dopo che una nave operata era stata attaccata.
“La situazione viene valutata attentamente per ciascuna nave prima di ogni transito, pertanto le scelte di rotta non possono essere anticipate o comunicate. Altrimenti, tutte le altre navi verranno dirottate attraverso il Capo di Buona Speranza” ha specificato ai clienti Cma Cgm.
Oggi gli Houthi hanno tuttavia ribadito la minaccia generale al trasporto marittimo, mentre gli analisti notano che gli attacchi sembrano più diffusi. Parrebbe infatti superato il principio inizialmente rivendicato di attaccare solo le spedizioni israeliane e successivamente le attività legate agli Stati Uniti e al Regno Unito come rappresaglia per gli attacchi di quei paesi nello Yemen.
“Le nostre operazioni continueranno con maggiore efficacia nel Mar Rosso” ha affermato Abdul-Malik al-Houthi. Abbiamo una grande sorpresa che i nemici non si aspettano e presto la scoprirete”. Queste continue minacce e l’instabilità generale hanno portato la maggior parte degli operatori a continuare a reindirizzare tutte le navi. Lars Barstad, amministratore delegato dell’operatore di navi cisterna Frontline, ha affrontato oggi la situazione durante una call con gli investitori, evidenziando quella che crede essere la natura casuale degli attacchi: “Questo è un vero e proprio pasticcio e crea condizioni estremamente pericolose. Lo stretto di Bab El-Mandeb tra lo Yemen e Gibuti non è sicuro per il passaggio dei proprietari responsabili”.
Barstad ha ribadito che Frontline continuerà a dirottare tutte le sue navi dalla regione, sottolineando che il traffico di navi cisterna nel Canale di Suez è in calo dal 40 al 50%. Ha detto che sarebbe più alto se non fosse per le esportazioni dalla regione come l’Arabia Saudita nella parte settentrionale del Mar Rosso.
L’offensiva Usa e Uk contro gli Houthi opera su base continua, con attacchi preventivi e abbattimenti segnalati quotidianamente. Giovedì scorso, le forze statunitensi hanno distrutto sei missili antinave Houthi a terra e abbattuto un Uav. Tutti rappresentavano una “minaccia imminente per le navi mercantili e per le navi della marina statunitense nella regione” secondo il Comando Centrale degli Stati Uniti.
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