Psa sale al 100% dei suoi terminal container italiani (in attesa di un nuovo socio che non sarà Axa)
Esercitato e formalizzato il diritto di prelazione sulle quote detenute finora da fondi Ifracapital, Infravia e dalla I.L. Investimenti di Giulio Schenone
Non sarà Axa Investment Managers, ma probabilmente un altro investitore istituzionale, a entrare nel capitale dei terminal container di Genova Pra’, di Sech e di Vecon a Marghera. Questo perchè, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, è stata infatti esercitata nelle scorse settimane, e ora formalizzata, la possibilità da parte del colosso singaporiano del terminalismo portuale Psa di far valere il diritto di prelazione in proprio favore sul resto del capitale in presenza di un’offerta per una quota di minoranza.
Offerta che era arrivata appunto alla fine dello scorso anno da Axa e formalizzata con tanto di richiesta preventiva di via libera all’Autorità antitrust tedesca che l’aveva resa pubblica.
Psa ha però preferito essere lei a salire al 100% del capitale azionario rilevando da Infracapital, Infravia e dalla I.L. Investimenti di Giulio Schenone il 38% del capitale della Psa Genoa Investments a cui fanno capo, come detto, i tre terminal portuali di Genova e Marghera. Il quarto asset in portafoglio, ovvero il Terminal Darsena Toscana del porto di Livorno, era già uscito dal perimetro di Gruppo Investimenti Portuali con la cessione al Gruppo Grimaldi formalizzata lo scorso 31 dicembre.
Sempre secondo le indiscrezioni raccolte da SHIPPING ITALY il passaggio del 100% di Psa Italy dovrebbe essere però solo temporaneo perchè una quota di minoranza potrebbe essere rilevata prossimamente da un altro investitore istituzionale (sarà un soggetto finanziario, è escluso che possa essere un altro gruppo terminalistico il partner).
A quasi sette anni di distanza dallo sbarco nei tre porti italiani di Genova, Venezia e Livorno, i fondi Infravia e Infracapital hanno dunque raggiunto la wayout dall’investimento fatto nel 2017 quando rilevarono dalle famiglie Negri, Cerruti, Magillo e Schenone. Quest’ultimo era rimasto poi azionista con un 5% assumendo la carica di amministratore delegato di Gip e anche nella futura nuova compagine azionaria dovrebbe continuare ad avere una piccola quota azionaria.
In questo mosaico rimarrà adesso da capire come si inserisce la trattativa che Schenone, per conto dei fondi Infravia e Infracapital, da tempo stava portando avanti sempre con il Gruppo Grimaldi di Napoli per cedere il terminal Sech di calata Sanità a Genova. Con il futuro Piano regolatore portuale Psa dovrebbe ottenere a Pra’ una superficie simile per la movimentazione di container e questa possibilità avrebbe aperto le porta allo sbarco sotto la Lanterna del gruppo armatoriale partenopeo a ‘rischio sfratto’ da Terminal San Giorgio se l’acquisizione da parte di Ignazio Messina & C. dovesse andare a buon fine. Proprio su quest’ultima operazione, però, pende un grosso punto interrogativo, se non addirittura una mezza bocciatura, dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a inizio marzo ha fatto sapere che l’acquisizione del terminal del Gruppo Gavio “appare suscettibile di ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva, anche a causa di una posizione dominante (di Msc che controlla al 100% Grandi Navi Veloci e detiene il 49% della Ignazio Messina & C., ndr), nel mercato dei servizi di terminal per merci su rotabili e in alcuni mercati verticalmente collegati del trasporto marittimo di merci su rotabili”.
Secondo quanto reso noto recentemente dalla consueta analisi del Centro Studi Fedespedi sui bilanci dei terminal container italiani, il Psa Sech di Genova nel 2022 ha chiuso con 41 milioni di euro di ricavi, 8,8 milioni di Ebitda, 3,9 milioni di Ebit e 2,4 milioni di utile netto, Psa Genova Pra’ ha invece raggiunto 219 milioni di entrate, 85 milioni di Ebitda, quasi 65 milioni di Ebit e e 45,9 milioni di profitto netto e infine Psa Venice – Vecon può vantare per il 2022 36,8 milioni di fatturato, 17,5 milioni di Ebitda, 13,8 milioni di Ebit e 10,1 milioni di risultato netto positivo.
Da informazioni raccolte in ambito finanziario i tre terminal container di Psa Italy a Genova e a Marghera sono stati valutati complessivamente quasi 1,5 miliardi di euro.
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