Msc Crociere suona l’allarme su Venezia e alza la voce: “Governo e Mit intervengano”
Secondo Vago l’autorità portuale e la struttura commissariale non hanno rispettato gli impegni per la crocieristica a Venezia, “il cui futuro è ora a rischio”
Venezia Terminal Passeggeri, concessionario della stazione marittima di Venezia e titolare della gestione del traffico crocieristico a Marghera, ha guadagnato un pesante ed esplicito endorsment nella battaglia che da oltre due anni e mezzo lo vede contrapposto all’Autorità di sistema portuale lagunare a valle dell’impatto del Decreto Venezia sul comparto.
In un’intervista al quotidiano Il Piccolo, infatti, Pierfrancesco Vago, presidente di Msc Crociere (che con Royal Caribbean e Carnival controlla il 50% di Apvs, azionista di maggioranza di Vtp, e Finpax, altro azionista del concessionario) ha usato parole molto severe per commentare l’operato degli enti preposti (commissario e port authority appunto) ad arginare gli effetti della legge del Governo Draghi che nell’estate 2021 bloccò alle navi sopra le 25mila tonnellate di stazza lorda gli accessi alla Stazione Marittima attraverso il Canale della Giudecca.
“È a serio rischio il futuro della crocieristica stessa. Gli impegni assunti dalle autorità nel 2021, dopo il blocco improvviso delle crociere deciso dal governo, non sono stati rispettati. Contestualmente al blocco, il governo avrebbe dovuto predisporre un piano alternativo e credibile per la crocieristica. Ricordo che anche le compagnie erano favorevoli a non transitare più dalla Giudecca, ma si aspettavano di essere convocate per studiare insieme una soluzione. Questo non è avvenuto. E non è stata predisposta alcuna seria alternativa” ha accusato Vago, evidenziando come il porto abbia perso due terzi dei passeggeri (da 1,5 milioni a 500mila).
Le soluzioni abbozzate col Decreto Venezia non dispiacciono a Vago, per cui il problema risiede in tempi e modi di attuazione: “Pensiamo che il futuro della croceristica sia a Marghera, con una sponda importante a Stazione Marittima per le navi di lusso. Ma vi sono forti ritardi nella realizzazione dei nuovi accosti che ci erano stati assicurati (che avrebbero in effetti dovuto esser pronti entro fine 2023 e per i quali è stata invece appena avviata l’ultimazione della fase progettuale, ndr). Le crociere continuano a operare nei due terminal container di Marghera. Ma è una soluzione transitoria, che pone inoltre molti limiti operativi. I nuovi accosti sono di là da venire e non si sa quando saranno pronti”. Scetticismo anche sull’escavo del Vittorio Emanuele III: “Siamo ancora in fase molto preliminare. È stato pubblicato solo il bando per l’affidamento del progetto di fattibilità tecnico-economica e per lo studio di impatto ambientale relativo al dragaggio del Canale Malamocco-Marghera. Non sappiamo quando inizieranno i lavori, né quali navi potranno transitare”.
Dopodiché l’affondo su Vtp e sul diniego di prolungamento della sua concessione: “Non sono stati rispettati gli impegni riguardanti l’indennizzo dovuto a Vtp per i gravi danni provocati dal blocco delle crociere. Ricordo inoltre che, nel 2016, i privati hanno acquisito a un prezzo significativo una quota del Vtp già appartenuta all’Autorità di sistema portuale. E ora la stessa AdSP, con un provvedimento dal nostro punto di vista illegittimo e incomprensibile, vorrebbe mettere in discussione il rinnovo della concessione. A nostro avviso, e secondo i molti esperti interpellati, i presupposti alla base del provvedimento dell’AdSP sono sbagliati. Ma credo che vi siano le condizioni per riconsiderare la questione. I problemi si possono risolvere riportando tutto sul binario di un confronto corretto, anche per evitare una serie infinita di ricorsi al Tar”.
Bocciatura chiara di Di Blasio, dunque, con appello altrettanto chiaro al Governo (e preliminare avviso sulle soluzioni ‘fuori laguna’, che possono essere solo un “interessante progetto” di complemento): “Auspichiamo che il governo intervenga per ricomporre la situazione. Confidiamo in un’iniziativa efficace del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Occorre dare prospettive stabili e certe alla crocieristica veneziana. Altrimenti le compagnie saranno obbligate a percorrere strade alternative”.
Cioè l’abbandono del nordest, perché Trieste e Monfalcone solo in parte possono compensare le criticità veneziane: “Trieste e Monfalcone hanno portato in questi anni ottimi risultati, vi sono le condizioni per continuare a svilupparvi le crociere. Le difficoltà di Venezia hanno determinato però un impatto negativo sull’intera portualità del nord Adriatico. A beneficiarne grandemente negli ultimi anni, in termini di passeggeri e traffico aeroportuale, è stata soprattutto Atene”.
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