Peggiora per l’Italia la connettività marittima nei container a inizio 2024
L’Unctad certifica un allentamento dei legami per quasi tutti i porti principali, a eccezione di La Spezia e Trieste
Il livello di interconnessione dell’Italia e dei suoi porti alle rotte marittime container globali è calato nel primo trimestre 2024, dopo una fase di incremento pressoché costante, anche se non è chiaro in quale misura questo fenomeno sia legato alla crisi del Mar Rosso.
A evidenziare la tendenza sono le ultime rilevazioni dell’Unctad e in particolare il Liner Shipping Connectivity Index, elaborato dall’agenzia delle Nazioni Unite con il contributo della società di analisi Mds Transmodal. L’indice – che da questa edizione è stato rivisto, considerando come base (100 punti) la media del primo trimestre del 2023 – attribuisce ora alla Penisola 282,99 punti (ovvero il 3,9% in meno rispetto ai 294,5 toccati a dicembre), riportandola quindi su livelli simili a quelli osservati a inizio 2023 e facendola scivolare al 18esimo posto nella classifica globale (in precedenza era 17esima). Ovvero la posizione peggiore toccata da quando l’analisi è stata avviata, nel 2006, benché già raggiunta dal paese nella prima metà del 2021.
Allargando lo sguardo alla classifica nel suo insieme, si nota come la parte più alta resti sostanzialmente immutata rispetto all’ultima rilevazione. Altri movimenti tra i paesi di seconda fascia sembrano riflettere però il ridisegno delle rotte marittime container mondiali che si è avuto con l’escalation delle tensioni nel Mar Rosso.
In particolare è interessante osservare come, rispetto allo scorso dicembre, Marocco e Turchia guadagnino terreno, collocandosi ora rispettivamente in 20esima (dalla 23esima) e in 17esima (dalla 19esima) posizione. Risalgono anche Hong Kong (da decima a nona), Taiwan (dal posto numero 13 al 12) e la Francia (da 20esima a 19esima). La Spagna resta invece stabile all’ottavo posto, mentre, oltre all’Italia, perdono quota anche Belgio (dalla 12esima alla 13esima posizione), Germania (dalla 15esima alla 16esima), e i Paesi Bassi (da noni a decimi).
Come detto, resta invece pressoché identica, rispetto alla rilevazione precedente, la Top 5 dei paesi più connessi dal punto di vista delle rotte container via mare. Al primo posto si conferma la Cina, seguita dalla Corea del Sud e in terza posizione da Singapore. Gli Stati Uniti tornano in quarta posizione (nell’ultima rilevazione era scesi al quinto posto), seguiti dalla Malesia che di contro passa al quinto.
Passando poi alla disamina dei singoli porti italiani, offerta dal Port Liner Shipping Container Index (pure elaborato dall’Unctad e rivisto in quest’ultima edizione) quel che si nota è innanzitutto come la flessione sia quasi del tutto generalizzata. Nell’ordine, perde infatti nettamente quota il primo scalo italiano per livello di connessioni, ovvero Genova, che pur mantenendo la posizione cala da 445,35 a 425,25 punti. Lo stesso avviene per Gioia Tauro, che pur continuando a incalzare il porto ligure, scende da 330,57 a 313,85 punti. Cresce invece il livello di interconnessioni di La Spezia (da 241,61 a 248,11 punti), mentre pesanti arretramenti sono quelli segnati a Livorno (da 214,49 a 169,31), Napoli (da 170,38 a 140,69) e Salerno (da 238,9 a 191,54). Restando tra gli scali ‘maggiori’ restano invece stabili la connettività di Trieste (da 156,54 a 158,36, in lieve miglioramento) e quella di Civitavecchia (da 94,85 a 93,05).
F.M.
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