Msc rischia una multa da 63 milioni di dollari negli Usa
La compagnia di navigazione (che promette battaglia) accusata di pratiche commerciali scorrette nell’addebito a terze parti di penali per ritardi e controstallie su container reefer
Msc nel prossimo futuro potrebbe vedersi comminare una multa da 63 milioni di dollari da parte della Federal Maritime Commission degli Stati Uniti per una serie di presunte violazioni dello Shipping Act.
La shipping company ginevrina avrebbe in particolare addebitato penali eccessive per il ritardo sui container refrigerati non operativi e addebitandoli in modo errato a società che non avevano alcun rapporto contrattuale con la compagnia marittima. Secondo la Fmc la compagnia armatoriale “ha utilizzato consapevolmente e volontariamente pratiche irragionevoli e sleali che non promuovevano o assicuravano un sistema di trasporto efficiente, competitivo e economico”.
In particolare il global carrier avrebbe sviluppato e impiegato pratiche illegali nei confronti dei fornitori di servizi della catena logistica statunitense come vettori terrestri, spedizionieri marittimi, intermediari doganali e camionisti. Le accuse vertono sull’utilizzo di una particolare terminologia standard utilizzata da Msc nelle proprie polizze di carico (espressioni come ‘merchant’, ‘notify party’), volto alla possibilità di fatturazione a terze parti a prescindere dal loro status contrattuale o di beneficiari del carico.
“Invece di lavorare per fatturare alla parte giusta, Msc ha adottato una politica di fatturazione alla ‘parte notificata’, che di fatto ha trasformato molte terze parti in clienti riluttanti e non consenzienti” sostiene l’accusa. Inoltre Fmc ritiene che Msc non sia riuscita a soddisfare altri requisiti fondamentali dello Shipping Act, come la pubblicazione chiara delle tariffe di detention e controstallia dei reefer non operativi per diversi anni, trattando i sovrapprezzi risultanti come “errori di fatturazione”: “Solo quando i suoi clienti si lamentavano per questi sovrapprezzi, Msc emetteva rimborsi. Msc non ha mai intrapreso alcuna azione proattiva per restituire milioni di dollari in sovrapprezzi” scrive l’authority americana.
In conclusione, si legge nell’atto di accusa, “il fatto che Msc non sia riuscita a condurre un audit interno e a rivedere in modo proattivo i propri processi di fatturazione, ha comportato l’applicazione indebita di almeno 2.629 sovrapprezzi per i reefer di cui 1.704 non contestate: una chiara dimostrazione dello sconsiderato disprezzo e della piana indifferenza di Msc rispetto alle previsioni dello Shipping Act. Pertanto, questi 2.629 sovrapprezzi del reefer sono stati un atto deliberato in flagrante violazione dello Shipping Act o quantomeno un errore contabile frutto di grave negligenza di cui Msc avrebbe dovuto essere a conoscenza, attivandosi per risolverlo”.
Msc ha fatto sapere che “sta esaminando la memoria dell’Office of Enforcement del Fmc e si difenderà vigorosamente dalle accuse e dalle sanzioni eccessive richieste”.
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