Più controlli Port State Control per le navi italiane in Usa
La bandiera tricolore finisce nella targeted list delle amministrazioni ad alto rischio della Guardia Costiera americana per tre detentions verificatesi nel 2022
Bolivia, Curaçao, Lettonia, Saint Vincent and the Grenadines, Togo e Turchia: è in compagnia di questi vessilli che la bandiera della marina mercantile italiana è finita quest’anno nella lista “alto rischio” della Targeted Flag Administrations della Guardia costiera statunitense.
Della cosa si era già avuta un’avvisaglia alcuni mesi fa, quando la bandiera italiana era uscita dal novero di quelle ritenute più affidabili nell’ambito della ‘Shipping Industry Flag State Performance’ redatta dall’International chamber of shipping. Ora l’inserimento nella lista della Usa Coast Guard ne spiega le ragioni.
Nell’elenco finiscono tutte quelle amministrazioni che hanno un tasso di detenzioni superiore alla media complessiva e sono state associate a più di una detenzione nei tre anni precedenti. L’inserimento ha conseguenze pratiche, perché la Guardia costiera a stelle e strisce, si legge sul suo sito, “metterà sotto osservazione più stringente le amministrazioni di bandiera per ulteriori esami del Port State Control se il loro rapporto di detenzioni di tre anni ottiene un punteggio superiore all’1,0% e se un’amministrazione è associata a più di una detenzione negli ultimi tre anni”.
È il caso dell’Italia, che nel 2022 ha realizzato un indice del 3,39% in ragione di tre detenzioni: quella della car carrier Grande Congo del Gruppo Grimaldi, fermata a Jacksonville, in Florida, nel luglio 2022, e quelle delle bulk carrier Royal e Rubicon di RB Armatori, fermate in Virginia (a Norfolk e Newport) nel novembre e dicembre di quell’anno. Le bandiere con un solo fermo negli ultimi tre anni vengono rimosse dall’elenco delle bandiere ‘prese di mira’.
Dal gennaio 2023 ad oggi non ci sono più state detenzioni di navi italiane, ma perché l’Italia venga rimossa dalla lista dovranno passare almeno ancora 20 mesi.
A.M.
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