Fedepiloti in assemblea a Roma: “Sicurezza e produttività possono convivere”
Gigantismo navale, nuove tecnologie e limiti infrastrutturali pongono nuove sfide ma il fattore umano rimarrà imprescindibile in combinazione con la prevenzione dei rischi
Roma – “Sicurezza produttiva”. Ovvero sicurezza durante le manovre di accesso e uscita dai porti italiani delle navi possibilmente senza compromettere la competitività economica dei porti.
Questo il tema al centro della 77ma assemblea della Federazione Nazionale Piloti dei Porti (Fedepiloti) presieduta da Roberto Bunicci che ha richiamato a Roma gli associati delle varie corporazioni e tutte le rappresentanze del cluster marittimo-portuale nazionale. A tenere banco sono stati temi relativi a rischi, infrastrutture, strumenti di monitoraggio e prevenzione dei rischi legati all’accessibilità nautica delle navi, oltre alla sicurezza sul lavoro e alla situazione geopolitica internazionale.
Fra le ‘note di contesto’ da sottolineare il fatto che fra i presenti all’assemblea c’erano anche il presidente di Assopiloti, Danilo Fabricatore Irace, e alcuni altri rappresentanti di Unione Piloti. Un dettaglio da sottolineare visto che dall’ammiraglio Nicola Carlone, vertice del Corpo delle Caitanerie di Porto- Guardia Costiera, è stato espresso “l’auspicio che la categoria possa esprimere una sola voce. È fondamentale – ha detto – sapere di poter contare su una rappresentanza leale e coesa. Su questo spero possano esserci margini di riflessione per i prossimi mesi”.
“Dialogo sui rischi, strumenti e infrastrutture” è stato il titolo dato alla serie di interventi aperti dalla relazione proprio del presidente Bunicci incentrata su rinnovo tariffario 2023-2025, situazione dei traffici marittimi fra l’Italia e il mondo, ponte sullo Stretto di Messina e Regolamento di funzionamento delle Corporazioni dei piloti.
Carlone è entrato nel vivo del confronto affermando che “le nuove tendenze dello shipping (anche in chiave tecnologica) non possono indurre a perdere di vista il fattore umano. Lo dimostra il gigantismo navale”. Ricordando la sperimentazione portata a termine nel porto di Livorno con la prima simulazione di accosto nave a guida autonoma, il vertice dell’autorità marittima ha sottolineato come le nuove tecnologie “sono anche un impulso per incrementare la sicurezza, quella che non frena ma favorisce la competitività del sistema portuale favorendo l’offerta. Senza cultura di scurezza non può esserci sviluppo economico. L’autorità marittima – ha concluso – si fa carico e contribuisce al superamento dei limiti infrastrutturali dei porti, riducendo tempi attesi e sviluppando traffici”.
Da Mario Zanetti, presidente di Confitarma, è arrivato un messaggio di gratitudine e di stimolo tramite un “commitment degli armatori affinché la sicurezza vada oltre a quanto già previsto per legge. Confitarma – ha aggiunto – per i prossimi anni ha un programma di investimenti e potenziamento della formazione”.
Il collega Stefano Messina, numero uno di Assarmatori, sempre presente alle ultime sette assemblee di Fedepiloti da presidente dell’associazione, ha voluto rimarcare il superamento del “contesto di conflittualità” visto in passato, evidenziando come si sia “consolidato un rapporto che mette equipaggi e piloti in una condizione di migliore sicurezza. Lo dicono i dati quanto il sistema Italia sia migliorato in termini di sicurezza”. Messina ha poi sottolineato che Assarmatori si sente “il più importante partner dei piloti dei porti (in virtù del numero e tipologia di naviglio rappresentato, ndr)” ricordando in conclusione che “ETS, ETD e Afir sono tutte questioni che ci vedono dover lavorare insieme. Dobbiamo mettere a disposizione le nostre migliori professionalità. Il cluster non è mai stato così unito”.
In attesa di norme e provvedimenti approvati una prima, incoraggiante risposta ai desiderata degli armatori è arrivata da Giuseppe Tomasicchio, intervenuto in qualità di componente della Struttura tecnica di missione Pnrr della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha preannunciato “un cold ironing “maggiormente finanziato con 400 milioni di euro nel decreto legge in votazione alla Camera dei deputati”. A margine dell’assemblea ha precisato che 200 milioni riguardano progetti di elettrificazione in banchina già avviati e altri 200 sono per nuovi progetti (di cui quasi 50 milioni solo per Gioia Tauro). Buone notizie anche per gli introiti derivanti dall’Ets: “I fondi saranno destinati anche al rinnovo delle flotte e ai nuovi impianti di bunkeraggio per nuovi carburanti nei porti” ha anticipato riferendosi a ciò che la Struttura tecnica di missione per il Pnrr ha inserito come provvedimenti per il ‘Piano del mare’.
Qualche reazione stizzita l’ha provocata l’affermazione di Tomasicchio a proposito degli eventi meteo sempre più frequenti nei porti, con particolare riferimento ai venti: “Gli uragani nel Mediterraneo sono sempre più frequenti e immaginate questi fenomeni che impatto possano avere sulla fiancate delle nuove grandi navi. Sono da tenere in attenta considerazione fenomeni di vento sempre più estremi; la pianificazione portuale deve tenere conto di questi eventi con conseguente necessità di cerchi di evoluzione più ampi per garantire la sicurezza delle manovre”.
Il rappresentante della Struttura tecnica della Presidenza del Consiglio ha criticato il fatto che al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici più di una volta siano arrivati progetti di Piani regolatori portuali o di adeguamenti tecnico funzionali di terminal senza simulazioni di manovra e accosto. Un rimprovero seccamente rispedito al mittente da Pino Musolino, intervenuto all’assemblea dei piloti in qualità di presidente di MedPorts oltre che di presidente dell’Autorità di sistema portuale degli scali laziali.
Prima di lui era intervenuto Rodolfo Giampieri, vertice di Assoporti, che, ricordando come anche “i porti medio-piccoli fanno la fortune di economie territoriali”, ha osto l’accento sul fatto che “la competitività ormai è fra nazioni (non più solo fra orti) e per questo serve una ‘strategia Italia’ della portualità. Il lavoro dei piloti è modernizzabile con le tecnologie ma totalmente insostituibile in prospettiva futura” è stata la sua conclusione.
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