Buon inizio d’anno per l’export italiano di cereali (+13,3% in quantità)
Secondo i dati di Anacer, le esportazioni di settore nel 2023 sono risultate in calo come quantità (-5,5%) ma in aumento in valore (+2,8%)
Le esportazioni di cereali, semi oleosi e farine proteiche dall’Italia nel 2023 sono risultate in calo come quantità, attestandosi a 4.543.669 tonnellate (-5,5%, ovvero -267.000 tonnellate), ma in aumento in valore (5.852,6 milioni di euro, + 160,9 milioni ovvero + 2,8%) rispetto all’anno prima. Secondo le analisi di Anacer (Associazione Nazionale Cerealisti, che rappresenta gli operatori che svolgono l’attività commerciale di importazione, esportazione e all’ingrosso di cereali, semi oleosi e prodotti derivati) la riduzione delle quantità esportate è dovuta ai cereali in granella (-155.000 tonnellate, principalmente grano duro) e ai prodotti trasformati (-91.000 tonnellate), mentre risultano in aumento le vendite all’estero di farina di grano tenero (+13.100 tonnellate), di semola di grano duro (+15.700 tonnellate) e di riso (+6.300 tonnellate considerato nel complesso tra risone, semigreggio e lavorato). Le esportazioni di pasta alimentare si riducono nelle quantità (-2,6%), ma risultano in aumento nei valori (+1,9%), così pure l’export di mangimi a base di cereali (-0,5% nelle quantità e +8,8% nei valori).
Sulla base delle rilevazioni Istat le importazioni in Italia di cereali, semi oleosi e farine proteiche lo scorso anno sono aumentate in volume a 23.290.195 tonnellate (+ 908.000 tonnellate ovvero +4,1%), e diminuite nei valori attestandosi su 9.623,6 milioni di euro (-208,8 milioni ovvero -2,1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel dettaglio, aumenta l’import di cereali in granella (+ 901.000 tonnellate, +6%), con un controvalore però in calo di 203,4 milioni di euro (-3,9% rispetto al 2022). L’incremento di quantità è dovuto principalmente al grano duro (+1,2 milioni di tonnellate, pari a +358,1 milioni di euro), ed al grano tenero (+487.000 tonnellate, con un controvalore in diminuzione di 118,7 milioni di euro). In diminuzione del 9,5% invece gli arrivi di mais (-681.000 tonnellate, per un controvalore di -386,7 milioni di euro), del 4,9% l’orzo (-35.000 tonnellate) e del 36% l’avena (-13.200 tonnellate). Le importazioni di riso si riducono di 114.000 tonnellate (-27,2% considerando nel complesso risone, riso semigreggio, lavorato e rotture). Per quanto riguarda le farine proteiche e vegetali si registra un calo nelle quantità di 81.200 tonnellate (-3,2%) per un valore in diminuzione di 51,5 milioni di euro (-4,6%), mentre per i semi e frutti oleosi il saldo quantitativo positivo di 196.000 tonnellate, per un controvalore in diminuzione di 87,8 milioni di euro (-5,1%).
Anacer ha diffuso inoltre i dati relativi all’andamento di vendite estere ed acquisti relativi al primo mese dell’anno, iniziato in positivo per quel che riguarda l’export. Le vendite estere di settore a gennaio hanno raggiunto le 393.792 tonnellate (+13,3% sullo stesso mese del 2023) per un valore di 490 milioni di euro (+4,7%). In particolare sono cresciute le esportazioni di pasta alimentare (+21.700 tonnellate, pari a +21,3 milioni di euro) e dei prodotti trasformati (+11.000 tonnellate nelle quantità, ma -3 milioni di euro nei valori). Aumentano inoltre le vendite all’estero degli altri prodotti presi in esame, soprattutto farina di grano tenero (+4.900 tonnellate, pari a +3,3 milioni di euro) e riso (+4.300 tonnellate considerato nel complesso tra risone, riso lavorato, semigreggio e rotture, pari a +3,9 milioni di euro). Risulta invece in calo l’export di semola di grano duro (-27% nelle quantità).
Passando all’import, gennaio si è chiuso con 2.063.145 tonnellate (+108.000 tonnellate ovvero +6,1%) per 736,4 milioni di euro (- 182,2 milioni di euro ovvero -19,8%). Per quanto riguarda i cereali in granella, nel singolo mese sono risultate in aumento le quantità importate di grano tenero (+171.800 tonnellate), granturco (+92.500 tonnellate) e orzo (+18.000 tonnellate); in diminuzione invece gli arrivi di grano duro (-51.400 tonnellate) e altri cereali minori (-5.100 tonnellate). Il corrispondente valore dei cereali importati passa da 477,1 a 396,5 milioni di euro (-17%). L’import di farine proteiche diminuisce di 114.000 tonnellate (-47%) nelle quantità e di 59,3 milioni di euro nei valori (-55%), così anche i semi e frutti oleosi si riducono di 12.000 tonnellate (-4%) nelle quantità e di 35 milioni di euro nei valori (-19%). Le importazioni di riso (considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture) diminuiscono di circa 15.000 tonnellate (-53%).
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