La flotta ombra di petroliere cresce rapidamente: “Eliminarla creerebbe uno shock globale”
Secondo un report di Brs è salito a 787 (+17%) il numero di petroliere impiegate nel trasporto di rinfuse liquide da Paesi sanzionati
La cosiddetta ‘flotta ombra’ (dark fleet), ovvero le navi cisterna impiegate per il trasporto di prodotti petroliferi spediti da Paesi soggetti a sanzioni internazionali, è in crescita e una sua eliminazione in tempi brevi comporterebbe dei contraccolpi significativi sugli scambi commerciali e un grave shock economico globale.
Lo sostiene l’ultimo report della società di brokeraggio navale Brs che – rileva Splash247 – monitora la flotta di navi cisterna ombra cresciuta del 17% quest’anno e arrivando a contare 787 unità, ovvero l’8,5% della capacità totale delle tanker attive sul mercato. Avendo grande portata in termini di tonnellate, le navi ‘classificate’ come ombra si attestano a un impressionante capacità di stiva pari a 93,7 milioni di tonnellate di portata lorda, un valore che secondo l’analisi di Brs rappresenta il 13,7% del tonnellaggio totale delle petroliere. Una delle ragioni della crescita significativa della dark fleet quest’anno è stata la reintroduzione delle sanzioni contro l’export di petrolio dal Venezuela.
“Sebbene le autorità di regolamentazione e i governi stiano evidentemente tenendo sotto controllo la dark fleet, le sue enormi dimensioni la rendono probabilmente più difficile da regolamentare, dal momento che l’esclusione del 13,7% del tonnellaggio globale manderebbe i mercati delle navi cisterna in una spirale ascendente (in termini di noli marittimi, ndr), causando potenzialmente uno shock economico indesiderato” ha avvertito Brs. La società di brokeraggio navale ha suggerito che un’ulteriore, futura regolamentazione in materia possa essere graduale e mirata, in modo da non iniettare “un’indebita volatilità” sul mercato.
Splash ha recentemente riportato la notizia che gli Stati costieri del mar Baltico, guidati dal nuovo membro della Nato, la Svezia, stiano conducendo una campagna diplomatica per convincere gli altri Paesi ad appoggiare un maggiore giro di vite sulla flotta ombra russa che attraversa la regione, preoccupati per il potenziale di catastrofe ambientale, visto che nell’ultimo anno sono stati segnalati diversi episodi di collisioni e altri incidenti sfiorati con coinvolte vecchie navi cisterna.