Arriva dal management un piano di salvataggio per Cantiere Navale Vittoria
Il direttore del project management Lauriero disegna con alcuni colleghi un’operazione di Management Buy-Out per tentare di salvare l’azienda
In sospeso il piano di ristrutturazione presentato dalla società un mese fa, a proporre un percorso per il salvataggio di Cantiere Navale Vittoria di Adria ci prova ora il management della società.
A nome della cordata Michele Lauriero, spiega in una nota come “la crisi si stia dilungando senza che nessuna concreta soluzione sia attualmente disponibile: considerando il fatto che se tale situazione di stallo dovesse prolungarsi fino a fine luglio, l’azienda è destinata a un processo irreversibile di liquidazione giudiziale (ossia chiusura per fallimento) con le devastanti conseguenze del caso. Alla luce di quanto sopra e prendendo a cuore la possibilità di garantire la continuità di una realtà così importante quale quella del Cantiere, ho elaborato insieme a un ristretto pool di manager un piano di salvataggio dall’interno, attraverso una operazione di Management Buy-Out.”
Di seguito pubblichiamo la nota di presentazione del progetto:
“Nonostante il recente coinvolgimento della politica locale e regionale, mobilitata grazie al concreto interessamento delle maggiori sigle sindacali, a supporto di una possibile soluzione della profonda crisi finanziaria che ha travolto il Cantiere Navale Vittoria di Adria, niente di fattibilmente concreto è emerso nelle ultime settimane. Di fatto l’inesorabile scadenza del 31 luglio, data in cui l’azienda prevede di completare le ultime commesse in gestione, si avvicina sempre più e in quel momento se non vi sarà alcuna concreta proposta per un piano di salvataggio, il cantiere sarà costretto ad avviare l’irreversibile processo di liquidazione giudiziale depositando i libri contabili in tribunale.
In questo contesto, un ristretto team di manager e dirigenti, sia interni che esterni, ha elaborato un piano da proporre sugli opportuni tavoli di discussione. Il piano vuole proporre una reale e concreta alternativa alla liquidazione e quindi evitare le spiacevoli disastrose conseguenze che ne deriverebbero sul piano occupazionale nonché il profondo impatto sul già delicato sistema economico locale del Polesine.
La proposta consisterebbe in una operazione di Management Buy-Out (MBO), ossia l’acquisizione dell’azienda da parte di un team di manager che mettendo a disposizione le proprie competenze, conoscenze, credibilità e una parte del capitale, acquisirebbero e prenderebbero in gestione l’azienda. L’idea quindi sarebbe quella di rendere fluido il passaggio dell’operatività aziendale dalla vecchia gestione a una totalmente nuova ma che conoscendo appieno le dinamiche operative del cantiere e soprattutto essendo dotata di tutte le competenze e conoscenze tecnico-gestionali necessarie, permetterebbe una ripresa dell’attività aziendale senza traumi e discontinuità, preservando l’interezza dei posti di lavoro.
Il Team MBO è composto da quattro professionisti, due interni e due esterni, ed è capitanato dall’ing. Michele Lauriero attuale dirigente interno al cantiere che ha il ruolo di Direttore del Project Management Office e che di fatto sta assistendo l’Amministratore Delegato, recentemente nominato, nella gestione operativa dell’azienda in questa delicata fase di crisi. Cinquantenne, laureato in ingegneria navale, l’ing Lauriero ha acquisito una venticinquennale esperienza nel settore marittimo, dapprima con il ruolo di Ufficiale del Genio Navale della Marina Militare e poi in qualità di manager nella cantieristica navale lavorando tra l’altro per importati gruppi cantieristici di caratura internazionale quali il Gruppo Ferretti ed il francese Gruppo Piriou. In questo progetto sarà affiancato da altri tre professionisti di cui al momento si mantiene l’anonimato ma che sono in grado di coprire un ampio spettro di competenze necessarie a gestire in maniera efficace una realtà cantieristica specializzata in costruzioni di navi militari in particolare nelle aree tecnico progettuale, commerciale, gestione operativa e gestione di progetti.
I pilastri fondativi dell’operazione sono netti, imperativi e ben chiari: sfruttare le ampie opportunità commerciali attualmente emergenti nel settore sia militare che commerciale, prendere in eredità la buona reputazione costruita in cento anni di storia di Cantiere Navale Vittoria, massima e rigorosa applicazione dei principi di gestione onesta ed etica del business, ruoli assegnati sulla base di competenza, capacità e meritocrazia e non più con una semplice logica di spartizione dinastica tra i membri della famiglia proprietaria, efficace controllo di gestione economico/finanziaria, applicazione dei più moderni ed efficienti processi produttivi ed infine preservare l’interezza degli attuali posti di lavoro.
Su queste basi e con la piena coscienza di dover proporre un modello di business ampiamente redditizio ma che al tempo stesso dimostri un netto e drastico segno di discontinuità rispetto alla inefficace gestione del recente passato, il Team MBO ha recentemente messo a punto un Business Plan che delinea le basi di un modello di piano di salvataggio. Recentemente è stata avviata anche la fase di indagine presso investitori istituzionali che possano supportare l’operazione. L’idea del team sarebbe quella di poter accedere, se possibile attraverso un pool di banche od istituti finanziari meglio se operanti sul territorio, ad una massa critica di finanza nella forma di prestito da restituire attraverso gli utili dei primi anni di esercizio. Non è comunque preclusa la strada o l’opportunità di coinvolgere investitoti privati che possano entrare nell’assetto societario. In questo caso gli eventuali investitori interessati ad una operazione di acquisizione avrebbero il pieno supporto di un team di professionisti al proprio fianco, che metta a disposizione del progetto una solida base di competenze e conoscenze dell’industria specifica per un avvio della piena operatività in tempi rapidi.
Che una realtà industriale importante quale è il Cantiere Navale Vittoria, con le sue competenze e capacità produttive, con i suoi cento anni di storia, con la sua eccellente reputazione sul mercato e quasi mille navi costruite possa fallire e chiudere inesorabilmente è un qualcosa di inimmaginabile e qualora si realizzasse metterebbe in crisi non solo il sistema economico locale ma avrebbe ripercussioni sull’intero settore della cantieristica navale italiana. Pensare che questo possa accadere in un momento storico in cui il settore del piccolo naviglio militare e commerciale di alto valore aggiunto è in pieno fermento e con prospettive di crescita a tre cifre percentuali nei prossimi anni è pura follia. È in questo scenario che l’ing. Lauriero ed i suoi colleghi scendono in campo mettendo a disposizione dell’industria le proprie competenze, sacrificio e buona volontà per perseguire ogni possibile e viabile seria alternativa al fallimento di una realtà industriale che non può e non deve cessare di esistere nel giro di poche settimane.”
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