Superba rinuncia definitivamente alle aree ex Enel in porto a Genova
Questa decisione sul trasferimento dei depositi costieri è precedente rispetto alla bocciatura amministrativa del trasloco a ponte Somalia e al terremoto giudiziario genovese
Ha il sapore del cortocircuito temporale la pubblicazione avvenuta oggi da parte del Tar di Genova di due sentenze risalenti in realtà all’8 maggio ma legate a un fatto avvenuto alcuni giorni prima dei due eventi che hanno travolto la portualità del capoluogo ligure.
Risalgono infatti al 3 maggio scorso le memorie con cui Superba, società del Gruppo Pir di Ravenna che da tempo ambisce alla ricollocazione (ed espansione) dei depositi chimici oggi siti nel quartiere di Multedo, alle spalle del Porto Petroli di Genova, ha rinunciato a due ricorsi contro gli atti con cui l’Autorità di sistema portuale di Genova nel giugno e dicembre 2022 ne respinse le istanze, a favore di quelle del gruppo Spinelli, per due porzioni (ex Itar e carbonile di levante) della cosiddetta area ex Enel (spazi una volta adibiti ai traffici della centrale elettrica spenta nel 2016 e individuati come possibile sede di trasloco dei sili).
La decisione, come spiegato dall’amministratore delegato di Superba Alessandro Gentile a SHIPPING ITALY, è stata presa tempo fa, “avendo il Tar dichiarato qualche mese prima inammissibili altri ricorsi presentati sulle medesime aree per profili formali di procedura, allo scopo di concentrarci su Ponte Somalia”, vale a dire il progetto di ricollocamento in altra area del porto storico promosso dall’Adsp sul finire del 2021, su input del commissario per il piano straordinario delle opere portuali Marco Bucci, che a tal fine stanziò anche 30 milioni di euro di risorse pubbliche.
Proprio tale iniziativa dell’Adsp – al cui buon esito Superba aveva in realtà inizialmente condizionato la rinuncia alle aree Enel – è stata però pochi giorni fa cassata dallo stesso Tar di Genova, con l’accoglimento di tre dei sei ricorsi presentati in proposito. Senza dimenticare come il giorno prima sia arrivata all’acme dell’arresto del ex presidente dell’Adsp Paolo Emilio Signorini e di Aldo e Roberto Spinelli (oltre che del presidente della Regione Giovanni Toti), l’inchiesta della Procura su alcuni presunti episodi di corruzione in porto.
Fra essi anche l’assentimento a Spinelli proprio del carbonile di levante. Da cui, in ipotesi, l’eventualità che quegli spazi possano per così dire tornare in gioco. Possibilità su cui ovviamente Gentile non può sbilanciarsi, non ritenendola tuttavia impossibile: “Attendiamo sviluppi commissione ministeriale” ha infatti dichiarato il manager, con riferimento alle ispezioni sull’operato dell’ente annunciate dal viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi pochi giorni fa.
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