La Guardia di Finanza vuole (almeno) una nuova nave guardacoste
Via a una gara con budget unitario di 10,5 milioni e opzioni per altri 26 mezzi e una spesa complessvia di 340 milioni
La Guardia di Finanza ha dato il via a una gara del valore di 10,5 milioni di euro per una nuova nave guardacoste, una fornitura che definisce “chiavi in mano” e comprensiva del relativo supporto tecnico-logistico. Il bando, del valore complessivo di 340,2 milioni, prevede anche opzioni (da esercitarsi entro la fine del 2029) per la realizzazione di ulteriori 26 unità allo stesso importo nonché una quota di 56,7 milioni come valore massimo del quinto d’obbligo.
Le navi guardacoste richieste, si legge nella delibera a contrarre, sono unità costiere “impegnate nell’attività di pattugliamento e vigilanza delle acque territoriali e della zona contigua”. In particolare quella oggetto del bando verrà impiegata sia per operazioni di ‘law enforcement’ che Sar (search and rescue), occupandosi ad esempio di pattugliamento, mantenimento dell’ordine e sicurezza pubblica, interdizione dei traffici illeciti, controllo delle frontiere marittime comunitarie, vigilanza, scoperta e all’occorrenza operazioni di boarding.
L’unità, realizzata in lega d’alluminio, dovrà caratterizzarsi – chiarisce inoltre il capitolato d’appalto – “per il basso impatto ambientale”, “per una carena efficiente sotto il profilo idrodinamico” e le “ottime capacità di tenuta al mare”. Dal punto di vista tecnico, il bando prevede che la nave abbia una lunghezza di 25 metri (con, indicativamente, larghezza di 7, immersione massima di 1,5 e dislocamento a pieno carico di 85 tonnellate). La guardacoste dovrà inoltre essere dotata di doppia timoneria – interna, in plancia, ed esterna -, di una gru di servizio ed essere in grado di accogliere un equipaggio di 9 persone, avendo comunque sistemazioni di bordo dimensionate per 13.
La Guardia di Finanza ha aggiunto di stimare per ogni mezzo un utilizzo annuo di circa 1.000 ore, avendo come raggio d’azione “il bacino del Mediterraneo e del Mediterraneo allargato”. Anche se la sua missione tipo avrà una durata di circa 16 ore, la nave dovrà essere comunque essere “capace di prolungati periodi di permanenza fuori sede” e “di operare alle basse andature con modalità che consentano di ottimizzare il consumo di combustibile”.
F.M.
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