Non saranno ridotti i canoni di Conateco e Soteco a Napoli
Respinto il ricorso con cui le concessionarie partenopee del gruppo Msc chiedevano l’abbassamento della tariffa a 5 euro/mq
I canoni concessori di Conateco e Soteco, società facenti capo al gruppo Msc titolari di concessioni di aree del porto di Napoli deputate al traffico container, non saranno abbassate.
Lo ha stabilito il Tar della Campania respingendo un ricorso del 2017 con cui i due terminalisti lamentavano la mancata ottemperanza, da parte dell’Autorità di sistema portuale, a quanto stabilito da un’apposita commissione istituita nel 2016 dal Comitato portuale (organo di quella che era ancora l’Autorità portuale precedente la riforma che proprio nell’agosto di quell’anno trasformò gli enti nelle odierne Adsp).
Quella commissione aveva in sintesi sancito che il tasso di interesse da applicarsi all’omesso o ritardato pagamento dei canoni avrebbe dovuto essere abbassato dal 7 al 4,5%. E che per tre anni invia sperimentale il canone da applicarsi nei terminal container di Napoli avrebbe dovuto essere di 5 euro al mq (salva rivalutazione annuale Istat) invece che di 8,826 €/mq, sulla scorta delle tariffe più basse applicate in altri scali.
Riguardo a quest’ultimo punto, però il Tar ha eccepito che “l’Autorità portuale è titolare di autonomia nella determinazione della misura dei canoni relativi alle concessioni rientranti nel proprio ambito di competenza”. E quanto al resto ha ricordato come la delibera contenente le riduzioni, adottata nel luglio 2016, poco prima della riforma Delrio, fosse stata condizionata al parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Al riguardo, hanno scritto i giudici, “il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in riscontro alla richiesta di parere, non si è limitato a premettere che la legge 84/94 non prevede l’espressione di pareri del dicastero in ordine a delibere del Comitato portuale, se non quelle relative a bilanci e alle loro variazioni e alle modifiche delle piante organiche. L’amministrazione centrale, infatti, ha anche espressamente richiamato il D.lgs. 169/2016, rappresentando l’esigenza di non porre in essere atti che impegnino per il futuro l’autorità soppressa (i.e. Autorità Portuale di Napoli) fino alla operatività delle nuove Autorità (nel caso in esame l’Autorità Portuale di Sistema del Mar Tirreno). E non solo: il Ministero è andato anche oltre, rilevando la necessità di chiarimenti da parte dell’Autorità portuale in ordine alle risorse con cui assicurare la copertura finanziaria delle minori entrate derivanti dalla riduzione del canone, al fine di mantenere inalterati gli equilibri di bilancio. La nota in questione si è chiusa, dunque, in senso interlocutorio, restando il Ministero in attesa di un riscontro, che però non vi è stato”.
Dal momento che Conateco e Soteco non hanno contestato né la ‘condizione’ vincolante del parere ministeriale, né la richiesta di esso da parte dell’Adsp “né il riscontro (interlocutorio, e, comunque, non favorevole) fornito dal dicastero”, il Tar ha sentenziato “che nessuna pretesa può essere legittimamente avanzata dalle ricorrenti, non solo, in quanto nessun diritto, come visto, può ritenersi sussistente in loro favore, ma anche perché la pur prevista riduzione del canone (con la delibera n. 47/2016) non ha trovato l’avallo nel parere del Ministero”.
A.M.
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