Preannunciato dai sindacati lo sciopero dei porti italiani dal 17 al 23 giugno
Ultimatum dei rappresentanti dei lavoratori rivolto alle associazioni datoriali in vista del prossimo incontro fissato per il 6 giugno
“Una settimana di mobilitazione dal 17 al 23 giugno di tutte le lavoratrici e i lavoratori dei porti se non si arriverà a una vera svolta della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, a partire dall’incontro del prossimo 6 giugno” ha annunciato la Filt Cgil, spiegando che “in occasione dell’ultimo incontro abbiamo per l’ennesima volta registrato l’indisponibilità delle controparti ad accogliere le nostre rivendicazioni, specialmente quelle relative alla parte economica del Ccnl”.
“Le associazioni datoriali del settore – riferisce la Federazione dei trasporti della Cgil – stanno decidendo di svalorizzare lo straordinario impegno dei lavoratori dei porti che, anche durante la pandemia, hanno garantito l’approvvigionamento delle merci al Paese, non riconoscendogli il giusto recupero economico dei salari che, negli ultimi anni, sono stati fortemente erosi dall’inflazione”. Secondo la Filt infine è “una gravissima situazione che rende ancor di più insostenibile questo difficile negoziato che si sta protraendo da più di 8 mesi senza, di fatto, aver sostanziato alcun punto della nostra piattaforma rivendicativa. Per queste ragioni, a conclusione dell’ultimo incontro, anche in considerazione di un atteggiamento dilatorio delle controparti volto ad allungare ulteriormente i tempi della trattativa, abbiamo ritenuto opportuno dire basta a questa dannosa e logorante strategia datoriale”.
Dello stesso tenore anche una nota della Uiltrasporti in cui si legge che “le lavoratrici e i lavoratori dei porti italiani porteranno avanti una mobilitazione di 7 giorni dal 17 al 23 giugno se non si avranno subito risposte a seguito dell’ennesima rottura del tavolo contrattuale”. A dichiararlo il segretario generale Marco Verzari e il segretario nazionale Giuliano Galluccio della Uiltrasporti. “Una rottura – aggiungono – resa necessaria dall’indisponibilità delle associazioni datoriali di accogliere le nostre richieste mantenendo una netta distanza in particolare sull’adeguamento economico. Una situazione intollerabile che dilata ulteriormente i tempi del rinnovo per i lavoratori dei porti che chiedono il giusto recupero del potere d’acquisto falcidiato negli ultimi due anni a causa del fenomeno inflattivo e il giusto adeguamento per l’inflazione futura. I lavoratori portuali sono stati tra i più penalizzati durante la pandemia in quanto per senso di responsabilità hanno garantito l’approvvigionamento di merci a tutto il Paese anche quando tutto il resto d’Italia era fermo. Recupero salariale, sicurezza e maggiori tutele sono i punti fermi da cui non possiamo arretrare e non ci fermeremo fino a quando non avremo ottenuto le giuste risposte per i portuali italiani”.
Pochi giorni fa il Ministero dei trasporti ha fatto sapere di aver convocato i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni datoriali per favorire il confronto sulle tematiche relative al rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori portuali. L’incontro è fissato per le ore 11 di martedì 11 giugno presso la Sala Biblioteca del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
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