Nei container per i porti gateway italiani continua la stagnazione
Risultato in calo nel 2023, ma si resta sempre intorno ai 7 milioni di Teu malgrado la crescita della capacità
Il 2023 è stato l’ennesimo anno di stagnazione – questa volta al ribasso – per la movimentazione di container nei porti italiani, in particolare per quelli con funzione di gateway per l’import/export.
I Teu movimentati in questa modalità sono infatti stati 6.943.468, pari al -5,7% rispetto al 2022 (e al 2,3% in più rispetto al 2017 malgrado la capacità nel frattempo aggiunta; in tonnellate, con la statistica di Assoporti che ricomprende anche il transhipment, i milioni di tonnellate movimentati in contenitori sono stati 115 milioni, -3,6% rispetto al 2022 ed esattamente come cinque anni prima).
Leggermente meglio della media il risultato del primo porto del paese per tale modalità, vale a dire Genova, che ha movimentato 2.176.561 Teu (-3,9% rispetto a 12 mesi prima). Risultato che a livello di sistema sale a -2,3% grazie alla performance di Savona-Vado (+11,7% con 288mila Teu).
Annata pessima per la seconda piazza, il sistema del Mar Ligure occidentale (-11,4%): il +1,8% di Marina di Carrara (103mila Teu) non basta certo a compensare il -12,5% de La Spezia (1,07 milioni di Teu). Male anche i porti campani, che calano in doppia cifra (-10,2%), con Napoli a 577mila (-12,9%) e Salerno a 321mila (-4,8%), e Livorno con 592mila Teu, che valgono il -7,8% sul 2022. Completa il quadro dei porti tirrenici sopra le centinaia di migliaia Civitavecchia, con 102.185 pari al -8,9% sui 12 mesi precedenti.
Analogamente negative le performances sull’Adriatico. Trieste ha chiuso con 563.807 Teu (-5,4%), Venezia con 491.118 (-8,0%), Ravenna con 215.151 (-5,0%). Unica eccezione, fra i porti principali, Ancona, con 173.152, pari a +4,7% sul 2022.
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