Il Comune di Corigliano annuncia un ricorso contro l’insediamento in porto di Baker Hughes
Il sindaco chiede che l’impianto sia collocato nel retroporto, o che occupi meno spazio in banchina di quello previsto
Il sindaco di Corigliano Calabro Flavio Stasi ha annunciato che presenterà un ricorso contro l’insediamento nel comune di Baker Hughes, che dovrebbe portare alla nascita di un nuovo polo produttivo-logistico sulle banchine del porto cittadino. Ne danno conto diverse testate calabresi, citando come fonte una intervista rilasciata dal primo cittadino nei giorni scorsi al Quotidiano del Sud.
I rilievi di Stasi al progetto, secondo quanto evidenziato, riguardano la validità della autorizzazione unica Zes ricevuta, in quanto questa “non è supportata da un’apposita conferenza dei servizi”. Più in generale il sindaco contesta il posizionamento dell’impianto, che a suo avviso dovrebbe essere collocato “fuori dalla delimitazione portuale. Non occupando la banchina o almeno occupandola parzialmente, non con 10mila metri quadrati”. Conseguentemente, l’auspicio è che questo possa essere realizzato nel retroporto, nell’area industriale del Comune.
Annunciato lo scorso ottobre, il progetto prevede che Baker Hughes crei a Corigliano un sito per la fabbricazione, verniciatura e montaggio di strutture – ovvero macchinari e componenti ausiliari per la compressione del gas, la generazione di energia elettrica e a supporto di soluzioni per la transizione energetica – nonché l’assemblaggio finale di moduli, a completamento di produzioni che l’azienda già realizza nel proprio sito di Avenza (Carrara), in Toscana. Una attività che genererebbe importanti movimentazioni di project cargo (in particolare moduli industriali) via mare, la quale evidentemente sarebbe agevolata dal posizionamento a bordo banchina dell’impianto. Il rilascio della concessione portuale da parte della Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio al progetto era arrivato già lo scorso febbraio. Da subito però il comune, che pure aveva espresso apprezzamento per il progetto e le sue ricadute industriali e occupazionali, aveva manifestato anche alcune perplessità rispetto ad alcuni aspetti di carattere tecnico-amministrativo, chiedendo tra le altre cose l’aggiornamento del piano regolatore portuale (risalente al 1971).
Tornando al ricorso annunciato, Stasi ha dichiarato: “Se la procedura è sbagliata, è una questione di tutela della trasparenza proporre ricorso. Perché oggi è Baker Hughes, azienda seria e affidabile. Domani, magari, è un “prenditore” internazionale o speculatore che fa la stessa cosa. Non si può correre il rischio di creare un precedente”.
Interpellato dall’Eco dello Ionio, il presidente della AdSP Andrea Agostinelli si è detto certo di avere rispettato le procedure richieste. Al riguardo ha anche sottolineato di avere ricevuto conferma di questo dall’Avvocatura distrettuale di Catanzaro cui nelle settimane scorse aveva richiesto un parere. Quanto al merito della collocazione dell’impianto, ha aggiunto “questo progetto, così per come strutturato, richiede una logistica di banchina che non può essere fatta fuori dal porto. E su questo, mi pare, non ci sia molto da ragionarci sopra”.
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