Punto a favore per il deposito Gnl di Edison a Brindisi
L’Adsp ottiene l’annullamento degli atti del Consorzio Asi relativi alla distanza dai binari portuali, ma sulla realizzazione dell’impianto, privato del contributo Pnrr, si deciderà nei prossimi mesi
Il progetto di Edison per la realizzazione di un deposito di Gnl nel porto di Brindisi ha compiuto uno step autorizzativo significativo, ma la concretizzazione resta in forse.
Con una lunga sentenza il Tar del Lazio ha risolto a favore dell’ente portuale il contenzioso che vedeva contrapposti l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale e il Consorzio per l’Area di sviluppo industriale (Asi). In estrema sintesi, il secondo all’inizio dell’anno aveva prodotto alcuni atti volti a inibire l’avvio ai lavori, malgrado le autorizzazioni rilasciate da Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Nel mirino il mancato rispetto di una norma che prevede una distanza di almeno 30 metri per simili impianti dalla rete ferroviaria, nell’assunzione che i binari ricadenti all’interno della concessione portuale chiesta da Edison e rilasciata dall’Adsp – binari ovviamente raccordati a quelli che ricadono in area Asi e proseguono poi sulla rete di Rfi – debbano esser considerati agli effetti di tale norma parte di un’unica rete soggetta alle stesse prescrizioni.
Il Tar ha però accolto la tesi dell’Adsp, sentenziando “che gli atti adottati dal Consorzio, nella misura in cui intendono conformare e/o inibire l’attività esecutiva dell’opera autorizzata, interferiscono con poteri riconosciuti all’AdSP, che è pertanto senz’altro legittimata a contestare detti atti in giudizio. (…) Non v’è dubbio che l’Autorità di sistema portuale sia amministrazione titolare di interventi coinvolti dalla realizzazione dell’opera, che insiste in una zona da essa gestita e rispetto alla quale è investita delle competenze sopra ricordate, essendo d’altra parte anche il soggetto proprietario del binario ferroviario rispetto al quale è insorta la contesa inerente alla distanza dagli impianti da realizzare”.
Inoltre “i consorzi di sviluppo industriale hanno competenze, comunque limitate al perimetro consortile, essenzialmente dirette all’infrastrutturazione delle aree ricadenti nel suddetto perimetro e alla fornitura di servizi alle imprese, con esclusione di attribuzioni in materia di vigilanza urbanistica ed edilizia. (…) Ne risulta vieppiù esclusa qualsiasi possibilità di configurare in termini autoritativi la presenza del Consorzio in ambito portuale. Alla luce di tutto quanto sopra, i provvedimenti impugnati sono stati adottati dal Consorzio in difetto assoluto di attribuzione”.
Da cui l’annullamento, che sbloccherebbe la possibilità di avviare i lavori. Il condizionale resta però d’obbligo, perché la rimodulazione delle risorse del Fondo complementare al Pnrr, decisa dal Governo pochi mesi fa, ha privato il progetto di un contributo pubblico da 39 milioni di euro. Edison, ancor prima della sentenza, aveva lasciato intendere di non aver ancora risolto la riserva sull’intenzione di proseguire a prescindere col progetto, stante che l’autorizzazione unica ottenuta consente l’avvio dei lavori entro il dicembre 2024.
Possibile che per una decisione, quindi, si attenda l’eventuale riassegnazione di fondi pubblici da qui ai prossimi mesi.
A.M.
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