Un abuso di permessi 104 al centro della battaglia al Gmt di Genova per un licenziamento
La società del gruppo Steinweg ha fatto sapere che se il lavoratore impugnerà il licenziamento, e in tale sede fornirà nuovi elementi di valutazione, l’azienda non avrà difficoltà a revocare il provvedimento
A ponte Eritrea in porto a Genova la tensione continua a salire fra i lavoratori e l’impresa terminalistica Genoa Metal Terminal del gruppo olandese Steinweg.
I sindacati hanno annunciato uno sciopero a oltranza per i lavoratori del terminal e della controllata Csm – Centro Smistamento Merci (55 portuali in tutto) in attesa della riunione prevista per martedì a Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità di sistema portuale, quando saranno analizzati i temi al centro della vertenza. I sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in una nota hanno denunciato “precarie condizioni sulla sicurezza, inesistenti relazioni sindacali oltre atteggiamenti che sono percepiti dai dipendenti come ostili e vessatori e che, per alcuni lavoratori considerati ‘scomodi’ sono sfociati in licenziamenti illegittimi”.
Il clima all’interno del terminal è pesante. “Siamo tutti molto tesi – spiegano i lavoratori – perché non è semplice lavorare con il timore di essere accusati di errori e di essere sanzionati o, addirittura, di perdere il lavoro”. Adesso si attende quindi l’incontro del 25 giugno e nel frattempo, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, anche il terminalista ha fornito la sua versione dei fatti in una missiva inviata alla port authority oggi guidata dal commissario straordinario, l’ammiraglio Massimo Seno.
Chiaramente le versioni dei fatti fra sindacati e azienda sono profondamente diverse. Per Gmt condizione di salute e di sicurezza non sono in discussione e l’azienda del gruppo Steinweg su questo dice di non essersi mai sottratta al confronto con le parti sociali e lo sarà anche questa volta “purché, ovviamente, la materia non sia evocata in modo solo pretestuoso”.
Per il terminal, quindi, la battaglia e lo sciopero sul tema della sicurezza e della sanità sul posto di lavoro sarebbe solo un pretesto per ottenere il reintegro del lavoratore licenziato “per giusta causa, per ragioni esclusivamente riconducibili ai riscontrati abusi dei Permessi 104, all’esito di un procedimento disciplinare nel corso del quale egli è stato assistito dai rappresentanti sindacali cui ha conferito mandato, in tal sede avendo avuto modo di argomentare e documentare le sue giustificazioni, che sono apparse inadeguate. È inaccettabile e appare strumentale – aggiunge Gmt nella sua lettera indirizzata alla port authority – ascrivere tale grave decisione, che l’azienda si è vista suo malgrado costretta ad adottare, a inconsistenti accuse di ritorsione verso uno o più lavoratori asseritamente espostisi in materia di salute e sicurezza”.
Al fine di riportare le discussioni e il confronto “entro un ambito di accettabile normalità e raffreddare il conflitto azienda/lavoratori/sindacati”, Gmt sembra pronta a tornare sui suoi passi ricordando come “la legge stabilisca che il datore di lavoro può procedere a revocare il licenziamento entro quindici giorni da quando abbia ricevuto la relativa impugnazione stragiudiziale da parte del lavoratore: se dunque il lavoratore impugnerà il licenziamento, e in tale sede fornirà nuovi elementi di valutazione, l’azienda non avrà difficoltà a revocare il licenziamento, qualora le circostanze lo suggeriscano, ovvero a proporre eventuali altre soluzioni di bonario componimento”.
Martedì prossimo, 25 giugno, è in programma l’incontro convocato a palazzo San Giorgio e in quell’occasione si potrà comprendere se gli animi si saranno tranquillizzati o se, come è probabile, la protesta dei lavoratori sia destinata a proseguire.
N.C.
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