Rinfuse liquide stagnanti nel 2023 sulle banchine dello Stivale
Calo lieve per la più ‘pesante’ delle merceologie portuali italiane. Male Cagliari, bene Tirreno centrale e Adriatico centro-meridionale
Meno grave dell’andamento generale dei traffici portuali italiani complessivi nel 2023 (-3,2% rispetto al 2022) è stato il risultato negativo delle rinfuse: un -1% che ‘pesa’, perché si tratta della macrocategoria per tonnellate ancora più importante per i porti italiani e perché è un indicatore dei fabbisogni produttivi dell’industria italiana della raffinazione e, in seconda battuta, dell’industria in generale.
In quest’ottica, significativo che, fra i poli maggiori, la performance meno negativa sia quella di Trieste con 37.345.812 tonnellate (-1,4%), dato che lo scalo giuliano serve solo clienti stranieri. Più serio il calo di Cagliari-Sarroch (-6,9%) che trascina allo stesso risultato il polo dei porti sardi con 24.237.577 tonnellate. Terza piazza per Augusta che si ferma a -2,5% con 23.037.498 tonnellate.
Nella seconda fascia i porti della Liguria occidentale hanno chiuso a -2,8% con 1 9.749.402 tonnellate fra Genova e Savona-Vado, mentre è stata positiva l’annata di Milazzo: +5,4% per 17.944.098 tonnellate.
A contribuire positivamente al bilancio generale le performances positive dei sistemi portuali del Tirreno centrale: i porti toscani hanno chiuso con 7.155.883 tonnellate (+11,6%) e quelli laziali con 5.259.290 (+10,5%). Meno bene sono andate le cose a Napoli (5.809.297 tonnellate, -6%), mentre sull’Adriatico sono cresciuti i porti di Taranto (4.225.957 tonnellate, +19%) e quelli dell’Adriatico centrale, non solo per l’ingresso di Vasto a fianco di Ancona-Falconara e Ortona (4.453.764 tonnellate, +9,4%), mentre hanno perso volumi Ravenna (4.602.362, -5,8%) e Venezia-Marghera (6.654.485, -15%).
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