Assarmatori ha scelto i suoi carburanti del futuro: Gnl e biofuel
L’associazione presieduta da Messina chiede al Governo di non disperdere risorse su altre alternative ad oggi non percorribili e invoca un tavolo per definire i bisogni delle compagnie di navigazione
Roma – Lavoro marittimo, semplificazione, rapporto con le istituzioni, difendere in Europa le specificità dell’Italia e del Mediterraneo e infine transizione energetica: queste le cinque priorità individuate da Assarmatori secondo cui “bisogna fare delle scelte per individuare i carburanti alternativi”. Gas naturale liquefatto e biocarburanti sono i futuri fuel sui quali l’associazione ha chiesto all’Italia di puntare.
In occasione dell’Annual meeting andato in scena a Roma all’hotel Parco dei Principi, di fronte a una platea gremita di associati e altri stakeholder invitati, l’associazione presieduta da Stefano Messina ha detto chiaramente che “il gas naturale liquefatto (Gnl) e il biofuel sono i carburanti su cui puntare per accompagnare lo shipping nella transizione energetica e con il suo utilizzo su larga scala si può già concorrere al raggiungimento degli obbiettivi imposti dall’Unione europea. Il Governo ci deve seguire su questa strada”. Non poteva essere più diretto il messaggio lanciato dall’associazione aderente a Conftrasporto-Confcommercio che riunisce armatori italiani, europei e di Paesi terzi che operano regolarmente in Italia. In prima fila ad ascoltare c’erano il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci e il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi.
Secondo l’associazione “il concetto di neutralità tecnologica, ovvero di un catalogo di carburanti alternativi disponibili in ogni scalo marittimo, non è ragionevolmente applicabile ai porti italiani; scali incastonati all’interno di un tessuto urbano che rende impensabile la presenza di un’intera gamma di depositi per il rifornimento delle navi. L’individuazione di quale sia il fuel prescelto deve avvenire in mare, perché soltanto gli armatori dispongono di tutti i parametri, fra i quali capacità tecnologiche e consapevolezza di investimento, indispensabili per compiere le scelte. Chiediamo pertanto al Governo di istituire un Tavolo di verifica per definire i bisogni delle compagnie di navigazione e sulla base di questi aprire un confronto concreto con la Commissione europea: si tratta di un tema di straordinaria importanza soprattutto per i traffici di prossimità e cioè quelli vincolati alla presenza di impianti di distribuzione nei porti caposcalo in Italia e nel Mediterraneo” ha sottolineato Messina. “Il futuro del trasporto pubblico locale marittimo, delle autostrade del mare, del traffico crocieristico e dei collegamenti con le isole, tutti mercati nei quali l’Italia occupa una posizione leader, dipende dalle scelte che saranno compiute in merito alla disponibilità dei carburanti alternativi che verranno utilizzati da queste unità”.
Il presidente di Assarmatori è intervenuto nuovamente sul flagging out, ovvero il fenomeno che vede un numero crescente di navi armate da armatori italiani cambiare bandiera abbandonando quella nazionale: “Vale la pena ribadirlo ancora una volta: gli armatori non scelgono di cambiare bandiera sostituendola sulle loro navi con una bandiera di convenienza; non è così: quello che cercano, e che spesso trovano addirittura in registri di Stati membri dell’Unione europea, è minor burocrazia, che si traduce in efficienza, rapidità, minori costi operativi a parità di sicurezza e certificazioni. Voglio tuttavia rendere merito al Governo, ai membri del Parlamento, ai vertici delle varie amministrazioni, perché molto è stato fatto negli ultimi mesi: chiediamo di non mollare e di portare a casa il risultato per difendere la competitività della bandiera italiana. Il nostro auspicio è che l’anno prossimo potremo parlare delle norme che rimangono da affinare con nuovi provvedimenti. C’è molto da fare, ma sarà determinante un cluster compatto e con competenze professionali indiscutibili”.
Secondo l’associazione serve dare spazio a “un’identità Mediterranea per l’Europa” (concetto che ha dato il titolo all’annual meeting) e costruire “una maggiore coesione, unità d’intenti, un vero e proprio blocco del Mediterraneo perchè – è stato detto – il Northern Range ha esigenze diverse”.
Nella sua relazione Messina ha anche confermato che si può considerare ormai concluso il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei lavoratori marittimi scaduto lo scorso 31 dicembre e destinato a essere firmato nelle prossime settimane. A proposito di associazionismo il presidente e armatore genovese ha voluto sottolineare che “il cluster marittimo portuale è molto unito, molto solido e le conflittualità sono molto residuali”.
Il Premio Assarmatori 2024, tradizionale riconoscimento consegnato dall’associazione armatoriale, è andato alle donne e agli uomini della Marina Militare italiana per il loro impegno a protezione della libertà della navigazione e degli interessi dell’Italia nei mari di tutto il mondo e in particolare per l’operato all’interno della missione Aspides, nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb e nel golfo di Aden, dove le navi sono nel mirino degli attacchi degli Houthi.
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