Conateco passa all’incasso per i mancati dragaggi nel porto di Napoli
Il Consiglio di Stato accoglie la versione del terminalista sul quantum (2,16 milioni di euro) del risarcimento relativo alla lite con l’Adsp di Napoli
Alla fine ha prevalso la versione di Conateco, terminal container di Napoli controllato da Msc.
Oggetto della controversia chiusa dal Consiglio di Stato era il quantum del risarcimento chiesto dal concessionario all’Autorità di sistema partenopea per la mancata effettuazione dei dragaggi. In sostanza si verteva su quale modalità di calcolo adottare, detto che per Conateco avrebbe dovuto esser valutato per ogni anno in questione il differenziale fra il traffico movimentato e il massimo realizzabile (350mila Teu) se gli escavi fossero stati effettuati. Un limite superiore contestato da Adsp,
Le alternative proposte dall’ente sono però state contestate da Conateco, con assenso del Consiglio di Stato: “Non essendo l’Autorità pervenuta ad effettuare un accertamento in concreto, in senso conforme al giudicato, della quantità di containers effettivamente movimentabili nel periodo di riferimento per le annualità successive al 2010, l’unico criterio di cui può farsi applicazione in sede esecutiva è quello, generale, contenuto nella sentenza di primo grado, non riformata sul punto dalla sentenza ottemperanda, secondo cui tale quantità corrisponde alla misura di stima di 350.000 unità, alla quale va prudenzialmente applicato l’abbattimento del 30% rispetto ai volumi stimati dalla consulenza tecnica di parte ricorrente, proprio in quanto trattasi di valutazione di stima”.
Da qui l’accoglimento della richiesta di Conateco: “In conclusione, va quindi affermato il principio, idoneo ad integrare il precetto giurisdizionale nella parte rimasta mancante, che anche per le annualità successive al 2010, così come lo si era già statuito con efficacia di giudicato per l’annualità 2010, vale la stima di massima basata sul dato di 350.000 containers con applicazione della prevista percentuale di abbattimento pari al 30% rispetto ai volumi stimati dalla consulenza tecnica di parte ricorrente. Ciò consente, in definitiva, di ritenere corretta la somma pari ad euro 2.163.110,00 euro dovuta per il risarcimento del danno, sulla quale fino alla fine ha insistito il Consorzio nella impossibilità di addivenire ad una soluzione conciliativa, pure auspicata, con l’Autorità”.
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