Giù le azioni dei carrier con il possibile ok di Hamas a un accordo per la tregua
Nel frattempo le criticità del trasporto container aumentano per via delle condizioni meteo “estreme” lungo la costa sudafricana
L’ottimismo trapelato da alcune parti impegnate nelle trattative rispetto alla possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza sta già producendo i suoi effetti anche sul mondo del trasporto container.
A esprimere una certa speranza su una evoluzione positiva dei negoziati sono stati in particolare funzionari israeliani e statunitensi dopo che Hamas, secondo quanto riferito da Reuters sabato scorso, si sarebbe detta disponibile ad accettare una intesa con Israele che non includa un cessate il fuoco permanente ma possa prevedere anche solo una tregua temporanea e l’inizio di un iter per il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti. Come noto gli attacchi degli Houthi alle navi in transito nel Mar Rosso sono stati giustificati dal gruppo nord yemenita proprio come rappresaglia per la guerra in corso, e secondo quanto dichiarato dallo stesso gruppo sarebbero cessati appunto allo stop dell’invasione della Striscia. Le speranze si sono un po’ affievolite lunedì dopo che Netanyahu ha pubblicato un elenco di cinque condizioni israeliane per l’accordo e i nuovi attacchi condotti a Gaza da Israele, ma a pesare positivamente dall’altro lato potrebbe essere anche le elezioni che in Iran hanno portato alla presidenza il ‘riformista’ Massoud Pezeshkian, che potrebbe scoraggiare gli Houthi dal continuare gli attacchi.
Gli effetti sul settore del trasporto marittimo dei rumors sulla tregua non hanno però comunque tardato ad arrivare. Secondo quanto riassunto dal Wall Street Journal le indiscrezioni hanno infatti portato a un rapido calo le azioni dei principali carrier cinesi del trasporto container. Loadstar ha inoltre rilevato come queste abbiano fatto calare gli indici dei futures sui contratti di trasporto container. Stando alle quotazioni del Shanghai International Energy Exchange, ad avere esperito particolari flessioni sono stati, ieri, quelli che vanno sotto le sigle EC2412 (contratto dicembre 2024, -12% rispetto a una settimana prima), lo EC2502 (febbraio 2025, -11%), relativi entrambi a spedizioni dalla Cina verso il Nord Europa. Gli effetti sulle azioni delle shipping company, ha rilevato Loadstar, sono stati meno appariscenti. La più toccata è stata Zim, che lunedì ha vissuto un calo del 15% a 18,76 dollari, ma flessioni sono state affrontate ad esempio anche da Maersk (da 12.315 corone a 11.980 tra venerdì e lunedì), Hmm (da 128,90 a 118,50 Hkd), Ooil o Yang Ming. Nessuna di queste al momento risulta tornata ai livelli della scorsa settimana. La testata britannica ha aggiunto inoltre di aver osservato già lo scorso venerdì segnali di rallentamento della ascesa dei noli spot, se non addirittura alcune lievi flessioni (è il caso della tratta Shanghai-Nord Europa, i cui costi di spedizione secondo il Shanghai Containerised Freight Index sarebbero scesi dello 0,5% nella settimana a 4.857 dollari per Teu).
Se quindi per il trasporto container sembrano esserci segnali di un possibile alleggerimento delle criticità, lo scenario di breve periodo continua a essere segnato dagli attacchi dagli Houthi nel mar Rosso e dai conseguenti dirottamenti per il Capo di Buona Speranza nonché da altri elementi di difficoltà.
A rendere ora la situazione ancora più complicata (e più probabili tempi di transito ancora più lunghi) è ora il maltempo che sta colpendo l’area, causando mareggiate con onde dall’altezza di quasi dieci metri. Il South African Weather Service martedì ha previsto un nuovo fronte freddo che si abbatterà sulla provincia del Capo Occidentale con ulteriori piogge. Maersk ha diramato un avviso per informare che “condizioni meteorologiche estreme, inclusi venti forti, piogge pesanti e onde alte” sono attese lungo la costa sudafricana, in particolare tra Cape Town e Port Elizabeth, dove in particolare è atteso l’impatto peggiore. “Si prevede che le navi cercheranno riparo o modificheranno la rotta per evitare le aree colpite, pertanto si prega di prevedere ritardi nei prossimi giorni” ha aggiunto il gruppo danese.
Parallelamente, disagi simili stanno avendo luogo negli Usa a Port Houston, chiuso nei giorni di ieri e oggi dopo che l’uragano Beryl si è abbattuto sul Texas. Maersk, in un altro avviso, al riguardo ha fatto sapere che alcune delle sue strutture locali per l’autotrasporto “sono senza elettricità, ma prevedono di riprendere le operazioni una volta aperti i cancelli del terminal di Houston”.
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