Barcaporta collassa in un bacino dell’arsenale di Taranto, tragedia sfiorata (VIDEO)
Nei giorni scorsi anche ad Augusta un bacino galleggiante della Marina Militare era affondato senza provocare feriti
La barcaporta del bacino Ferrati, una delle vasche di carenaggio fisse dell’Arsenale militare di Taranto, ha ceduto oggi rompendo gli argini e “provocando una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della Marina Militare a Taranto”. Non si registrano feriti.
A riferire l’accaduto, oltre alle immagini he testimoniano il cedimento, la Cgil e la Fp Cgil di Taranto, ricordando che proprio ieri il sindacato di categoria della funzione pubblica aveva denunciato “il continuo impoverimento occupazionale, di esperienze e competenze dell’Arsenale di Taranto”.
C’è stato “tanto spavento – commenta Pietro Avellino, coordinatore Difesa della Fp Cgil – ma solo il destino ha evitato che tutto si trasformasse in una strage perché se in quel bacino oggi ci fossero stati operai a lavorare su una carena di nave, oggi commenteremmo non solo della perdita di valore dell’Arsenale di Taranto o del suo graduale impoverimento, ma di una tragedia umana”.
Quelle “pareti in calcestruzzo dei bacini fissi dell’Arsenale di Taranto – sottolinea Grazia Albano, segretaria della Fp Cgil – hanno visto passare manutenzioni e riparazioni di scafi importanti, compresa la portaerei Cavour ed essere testimoni di questo tracollo anche ‘fisico’ di un pezzo di storia del nostro territorio fa troppo male alla città, ma anche a tutti i lavoratori che nel tempo avevano creduto a un’ipotesi di rilancio dell’infrastruttura militare e del suo potenziale industriale”.
È anche emerso che “alcuni lavoratori erano impegnati all’interno del bacino per normali attività di manutenzione e controlli. Fortunatamente, i dipendenti sono stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale tragedia”.
Lo denuncia la Uil Pa di Taranto riferendosi al cedimento della barcaporta. L’incidente ha provocato, secondo fonti sindacali, una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della Marina Militare.
Secondo la Uil Pa l’incidente “poteva avere conseguenze drammatiche. Un forte boato, simile a un’esplosione, è stato avvertito anche dai numerosi residenti del Borgo di Taranto”. La platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, “è lunga 250 metri – viene spiegato – e durante l’incidente è stata invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti limitrofi che, dato l’orario, erano fortunatamente vuoti”.
È stato “solo un caso fortuito – dichiara Gaetana Pisarra, segretaria della Uil Pa dell’Arsenale di Taranto – che nessuno si trovasse sul posto al momento dell’incidente. Tuttavia, l’evento solleva molte domande. Siamo profondamente preoccupati per la sicurezza dei nostri lavoratori e chiederemo alla Direzione un incontro urgente per discutere le possibili cause dell’accaduto. Inoltre, si dovranno quantificare i danni alle infrastrutture ed eventuali sversamenti nel Mar Piccolo”.
Se si dovesse accertare, aggiunge Ignazio Barbuto, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, “che il cedimento è imputabile alla barcaporta, si tratterebbe di un fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della nuova barcaporta sette mesi fa era stato accolto con favore proprio per evitare situazioni del genere”.
Pochi giorni fa anche nell’arsenale militare di Augusta un altro bacino (il GO53), in questo caso galleggiante, di 152 metri di lunghezza, è affondato adagiandosi sul fondale ecome nel caso di Taranto non ci sono stati feriti né conseguenze per le persone.
Nell’arsenale militare dello scalo augustano sono presenti, accanto a quello affondato oggi, altri bacini galleggianti, segnatamente il GO58 (2mila tonnellate di portata e 105 metri di lunghezza) e il GO59 (mille tonnellate e 70 metri).
Sul caso di Augusta la Marina Militare ha fatto sapere che, durante “attività di movimentazione routinaria” del bacino GO53, “propedeutiche” ad accogliere un’unità navale nei prossimi giorni, “per problematiche tecniche ancora in fase di individuazione, si è verificato un eccessivo appesantimento del bacino“. Pertanto, “anche al fine di garantire l’incolumità del personale dei bacini adiacenti e la salvaguardia delle strutture a terra, si è reso necessario adagiare sul fondale il bacino”.
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