L’AdSP dello Stretto vince in secondo grado: no al terminal di Caronte a Pentimele
Secondo il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana, il divieto di doppia concessione ha una “evidente finalità pro-concorrenziale” e quindi può superare il riferimento allo “stesso porto”
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana – ‘equivalente’ del Consiglio di Stato nell’isola – ha accolto il ricorso in appello presentato dalla AdSP dello Stretto in relazione alla istanza presentata da Caronte & Tourist per la gestione e realizzazione di un nuovo molo d’attracco a Reggio Calabria in Pentimele.
Alla richiesta – avanzata dalla compagnia inizialmente già nel 2013 – l’ente aveva opposto diniego nel 2021 sulla base del comma 7 dell’articolo 18 della legge portuale (sul ‘divieto di doppia concessione’) in considerazione del fatto che Caronte fosse già concessionaria a Villa San Giovanni e che per l’ente “i porti di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni devono considerarsi un solo mercato unico rilevante”. L’istanza di Caronte, va ricordato, era stata seguita da un’iniziativa analoga di Diano Spa, per un progetto complementare a quello del gruppo delle famiglie Matacena e Franza, su cui pure nei mesi scorsi l’ente si è espresso contrariamente.
Nel luglio 2022 Caronte aveva tuttavia ottenuto un punto a suo favore, quando il Tar aveva accolto il suo ricorso contro il no opposto dalla AdSP al progetto, anche sulla base del fatto che il divieto di doppia concessione avesse “conosciuto in giurisprudenza e nei fatti un recente notevole allentamento, anche su impulso dell’Antitrust”. I giudici amministrativi di Catania avevano evidenziato come spettasse alla stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato definire concretamente tale concetto, evidenziando inoltre come le conclusioni della AdSP apparissero “collegate ad una considerazione preventiva ed aprioristica che nulla ha chiarito in ordine alla concreta lesione della concorrenza che il rilascio della concessione in un porto diverso”. Successivamente la stessa Agcm, chiamata in causa dalla sentenza, aveva però sposato la linea della port authority, evidenziando in particolare l’opportunità di “evitare di rilasciare la concessione (terminalistica, ndr) a soggetti verticalmente integrati nella fase di erogazione dei servizi di trasporto passeggeri o merci”. Una pronuncia che secondo l’allora il presidente della port authority dello Stretto, Mario Mega – che pure aveva annunciato l’intenzione di presentare appello in secondo grado – consentiva già di superare la sentenza del Tar e mantenere il diniego avanzato dalla AdSP.
Ora il pronunciamento di secondo e ultimo grado.
Nell’atto, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana riconosce che, seppur è vero che la legge portale “ha concepito il divieto di doppia concessione demaniale facendo testualmente riferimento allo ‘stesso porto’”, la ratio di tale divieto ha una “evidente finalità pro-concorrenziale, come correttamente rilevato dall’Autorità appellante” e quindi lo scopo di “evitare indebite concentrazioni demaniali in favore di un solo operatore economico”.
Pertanto, sulla base anche della posizione di “assoluta leadership” sullo Stretto di Caronte & Tourist, così come rilevata dalla stessa Agcm nel pronunciamento del 2022, ha concluso che “non è criticabile” il diniego al rilascio della concessione opposto dalla port authority nel 2021. Il consiglio ha inoltre evidenziato come la nozione di mercato rilevante non sia “di esclusivo appannaggio dell’Agcm” ben potendo anzi questa essere applicata dalle le pubbliche amministrazioni “ai fini della più corretta, e costituzionalmente orientata, applicazione delle norme medesime, nell’ambito delle rispettive competenze”.
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