Ora la Procura europea indaga per turbativa d’asta sull’appalto della nuova diga di Genova
Possibile anche il rinvio a giudizio per 8 dirigenti e funzionari della Regione Liguria e dell’Adsp del Mar Ligure Occidentale per un’altra inchiesta sui dragaggi a Stazioni Marittime e sul conseguente sversamento dei materiali
C’è una svolta nell’indagine della procura europea sull’appalto per la costruzione della nuova diga del porto di Genova, la maxi opera finanziata con i fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr per un valore di un miliardo e 300 milion di euro.
I pm Stefano Castellani e Adriano Scudieri indagano per turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari dell’Unione Europea.
I due procuratori europei hanno incaricato il nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf di Genova per gli approfondimenti investigativi. Da Genova è stata trasmessa l’intercettazione del 21 settembre 2021 tra Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli dove il primo dice al secondo: “Sappiamo già anche chi la fa” la costruzione della nuova diga. “Secondo me vince Salini, Fincantieri, Fincosit…”.
Alla fine l’appalto è stato poi effettivamente aggiudicato al consorzio Pergenova Breakwater nell’ottobre 2022, costituito da Webuild (nuovo nome di Salini), Fincantieri, Fincosit e Sidra.
Per quanto riguarda i due intercettati, Toti si è dimesso dopo l’arresto di inizio maggio (prima ai domiciliari, poi è tornato libero) con l’accusa di corruzione e anche Spinelli è stato arrestato nell’ambito della maxi inchiesta che ha sconvolto la politica ligure e il porto di Genova. Entrambi andranno a processo insieme a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale con la prima udienza fissata per il 5 novembre.
Appena 24 ore prima era emersa anche la notizia che diversi esponenti della Regione Liguria e dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale potrebbero essere rinviati a giudizio e sarebbero attualmente già nel registro degli indagati della procura per un’inchiesta sui dragaggi in porto nell’area di Stazioni Marittime (finalizzati a consentire l’accesso alle navi passeggeri di grande stazza) e il conseguente sversamento dei materiali nel canale di calma antistante l’aeroporto di Genova e la diga foranea di Sestri Ponente.
Sulla vicenda indaga la pm Eugenia Menichetti insieme alla collega Monica Abbatecola della Direzione distrettuale antimafia. I reati contestati sarebbero quelli di traffico illecito di rifiuti e una serie di violazioni in materia ambientale.
Il materiale sarebbe stato caricato dalle ditte appaltatrici su bettoline e scaricato nel bacino di Sestri Ponente. Una pratica che, secondo gli inquirenti, doveva essere autorizzata dal Ministero e non solo dalla Regione. Nei mesi scorsi era stato sentito in procura come persona informata dei fatti anche l’assessore regionale Giacomo Giampedrone mentre nei giorni scorsi sono stati convocati due funzionari regionali in qualità di indagati. A rischiare di finire nel registro è anche l’ex presidente della port authority genovese, Paolo Emilio Signorini, perché la Procura sta risalendo a tutta la catena di dirigenti e funzionari che hanno firmato le autorizzazioni alle operazioni. Le pm vogliono anche capire se il materiale dovesse essere considerato o meno un rifiuto e, nel caso, essere sottoposto ad analisi chimiche e tossicologiche prima del riutilizzo. Cosa che non sarebbe stata fatta per ridurre i tempi e i costi dell’intervento.
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