Presidenti delle Adsp entro gennaio. Manovra-riforma permettendo
Conferma di Rixi sui tempi delle nomine, ma spunta l’ipotesi di una privatizzazione (anche) per finanziare la legge di bilancio
“Entro la fine gennaio, salvo contrattempi, i porti di Genova e Savona avranno un nuovo presidente, che si occuperà insieme al nuovo Comitato di gestione della stesura del Piano regolatore portuale”.
Lo ha detto il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, a margine della conferenza di presentazione del Salone nautico di Genova: “Entro settembre si chiuderà l’invito alle manifestazioni di interesse bandito dal ministero, dopodiché i nomi saranno proposti alle commissioni parlamentari competenti. Sono necessari tempi tecnici: insieme a Genova saranno nominati i presidenti di altri importanti porti oggi commissariati o in scadenza, come Trieste, La Spezia, Palermo o Bari. Una procedura importante, perché dopo l’inchiesta, molti operatori internazionali stanno valutando se mantenere o meno gli investimenti progettati a Genova o spostarli altrove”.
I “tempi tecnici”, dato che, ha spiegato Rixi, fino a fine anno le commissioni parlamentari “saranno impegnate sul Bilancio”, sono legati alla manovra in via di definizione. E forse proprio da essa potrebbero derivare anche i contrattempi menzionati dal viceministro.
Secondo Il Messaggero, infatti, una sorta di riforma dei porti mirata potenzialmente anche alla privatizzazione e alla vendita di quote sarebbe allo studio per recuperare risorse con cui finanziare la legge di bilancio. “Molte le ipotesi sul tappeto. La prima – scrive il quotidiano romano – avanzata dai tecnici, prevede di seguire il modello aeroporti, con l’apertura ai privati della gestione dei porti”.
Chiaro, secondo il foglio capitolino, l’intento del Governo di far cassa. “Ad entrare in gioco, e nell’azionariato, potrebbero essere i Fondi di investimento, visto che il business portuale e della logistica ha costi e andamenti dei ricavi abbastanza certi”. Ma significherebbe trasformare enti pubblici senza fine di lucro in società per azioni profittevoli e quindi appetibili. Di fatto una rivoluzione più che una riforma, sul modello Pireo attuato in Grecia, difficilmente pensabile in seno a un provvedimento omnibus come una manovra Finanziaria.
Poco influente, in tal senso, l’ulteriore dettaglio riportato dalla testata romana: “Non è chiaro se l’apertura a nuovi soci riguarderà ogni singolo porto o, come immaginato da alcuni esperti del settore, possa nascere una super Autorità portuale. Nel super polo, sempre secondo le ipotesi in campo, lo Stato dovrebbe comunque conservare la maggioranza o comunque una quota di controllo visto che si tratta di infrastrutture strategiche per il paese”.
Dal viceministro Rixi nessun commento sullo scenario riportato da Il Messaggero.
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