Ancora in sospeso l’ipotesi di disarmo di navi e marittimi ex Ilva
L’amministrazione straordinaria non ha per ora provveduto al fermo, si attendono gli esiti dei bandi a manifestare interesse per gli asset del colosso siderurgico
Come è inevitabile che sia per una flotta di proprietà di un colosso industriale giunto a un punto di svolta epocale, sono mesi di tensione per i marittimi delle navi dell’ex Ilva, oggetto della procedura di cessione imbastita alcune settimane fa dalla gestione commissariale.
Preoccupazione ha destato in particolare la richiesta degli amministratori alla Capitaneria di Taranto di poter disarmare le navi ormeggiate nello scalo ionico, tema che ha suscitato l’attenzione di Unione Marittimi, sigla che si proclama di natura sindacale guidata da Vincenzo Bellomo, già fondatore di Unione Piloti. Una sua nota riferisce di una risposta della Capitaneria alla propria richiesta di intervento: “La Capitaneria di Porto di Taranto si è già attivata – a seguito dell’istanza dell’armatore – e risulta già concretamente impegnata per definire il numero e la qualifica dei marittimi da mantenere a bordo delle unità indicate”.
Secondo quanto ricostruito da SHIPPING ITALY, al momento non si sarebbe registrato alcuno sbarco di marittimi da nessuna delle navi della flotta, che, a Taranto come altrove, restano armate in sosta inoperosa. Per quelle pugliesi la Capitaneria avrebbe peraltro autorizzato l’amministrazione straordinaria al disarmo, ma l’azienda non vi avrebbe dato seguito, non potendo in quel caso procedere al rinnovo delle certificazioni, evidentemente ritenuto propedeutico alla procedura di cessione.
Probabile quindi che tutto resti immutato fino all’esito dei bandi. Non occorrerà attendere molto, dal momento che la scadenza è fissata per il 20 settembre.
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