Le strade di Alessandro Becce e di Yilport a Taranto si sono già separate
La contestazione al manager da parte dell’azionista verterebbe sulla vocazione all’eolico del San Cataldo Container Terminal
Dopo appena 7 mesi sarebbe arrivato ai saluti, non è ancora chiaro quanto cordiali, il rapporto fra San Cataldo Container Terminal e l’amministratore delegato Alessandro Becce.
Fra i no commenti ufficiali a scriverlo è stato il Quotidiano di Puglia, parlando di “sospensione” del manager, accompagnata da una “lettera di contestazione” firmata dal vicepresidente della società Claudio Carbone e da Robert Yildirim, chairman dell’azionista di controllo, il gruppo terminalistico turco Yilport.
Condizionale d’obbligo, ma l’oggetto del contendere – Becce avrebbe controreplicato – sarebbe molteplice: non meglio precisate dichiarazioni pubbliche del manager, dissapori sul ferrobonus regionale e difformità sulla futura vocazione del terminal. A Becce, in particolare, Yilport imputerebbe di aver puntato ‘troppo’ sui container e troppo poco sullo sviluppo dell’alternativa vocazione all’eolico.
Un business, il primo, legato a doppia mandata con la annosa necessita di effettuare i dragaggi rimasta irrisolta nonostante le rassicurazioni avute e anche dopo l’arrivo del manager. Come recentemente emerso, infatti, l’Autorità di sistema portuale e Fincosit, chiamata come seconda classificata a valutare il lavoro svolto dall’appaltatore originario della vasca di colmata destinata ad ospitare i fanghi (Partecipazioni Italia – Webuild), avrebbero confermato quanto già aveva rilevato il collaudatore in merito alla totalmente erronea esecuzione dell’opera, ovvero la necessita di una sua ricostruzione ex novo da affidare alla stessa Fincosit, con un esborso stimato in oltre 200 milioni di euro.
L’ambizione di Scct di esplorare il filone della logistica per il filone delle pale eoliche offshore risale invece alle precedenti gestioni di Scct, anche se il recente impegno diretto della stessa Autorità di sistema portuale ha senz’altro ridato slancio alla cosa, uno slancio che, forse, si imputa a Becce di non aver sufficientemente colto.
A proposito di precedenti gestioni, doveroso ricordare come la probabile rottura con Becce segni l’ennesimo cambio al vertice per Scct, che in cinque anni di gestione del Molo Polisettoriale tarantino caratterizzata da risultati zoppicanti ha visto avvicendarsi alla guida e poi allontanarsi più manager, fra cui Raffaella Del Prete e Nicola Sartini.
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