Rimorchio portuale a Taranto in agitazione per la riduzione di personale
Il calo di navi per l’ex-Ilva impone alla società concessionaria Rimorchiatori Napoletani una razionalizzazione di costi che impatta su turni e su numero di marittimi impiegati
Il sindacato dei lavoratori Ugl Mare ha fatto sapere di aver avviato una procedura di raffreddamento nei confronti della società Rimorchiatori Napoletani Srl, azienda concessionaria del servizio di rimorchio nel porto di Taranto, “a causa – si legge in una nota – delle numerose problematiche in un contesto di indifferenza da parte dell’azienda verso le istanze sindacali. Alla conclusione della seconda fase prevista dalla Legge 146/90 e 83/2000, si procederà con la proclamazione del primo sciopero”.
La decisione è stata presa a seguito di un’assemblea con i lavoratori, guidata dal segretario generale Ugl Alessandro Calabrese, il coordinatore Ugl Mare Daniele Toma e il R.S.A. Domenico Loperfido.
Al centro della controversia c’è la nuova organizzazione del lavoro proposta dall’azienda a partire dal 1° ottobre 2024, “che prevede una riduzione degli equipaggi (composti dalle categorie comandante, direttore di macchina e marinaio) da 15 a 13, con la conseguente soppressione di sei posti di lavoro”.
L’azienda giustifica questa mossa con la perdita di fatturato causata dalla crisi del siderurgico ex-Ilva.
Oltre a ciò Rimorchiatori Napoletani intende modificare l’attuale orario di lavoro strutturato su due turni di 12 ore (07:00-19:00 e 19:00-07:00), sostituendolo con un nuovo schema dalle 00:00-12:00 e dalle 12:00-24:00.
“L’azienda propone un orario di lavoro insostenibile, obbligando i lavoratori a effettuare un monte ore straordinario annuo di circa 8.000 ore per ciascuna categoria professionale” sottolinea Alessandro Calabrese. “Ogni rimorchiatore, con un equipaggio per turno, deve effettuare pertanto, circa 610 ore di straordinario annuali, moltiplicate per le 13 squadre, per un totale appunto, di 8.000 ore circa di straordinario”.
Tra le altre criticità sollevate da Ugl Mare, c’è l’inserimento di due ore di pausa pranzo per turno, senza che vengano specificate le modalità di applicazione. Per il sindacato, tale pausa è stata inserita esclusivamente con lo scopo di abbassare il monte ore straordinario ma è di difficile applicazione in un ciclo continuo vincolato a una assistenza continua.
“L’azienda ignora, come accade anche oggi con 15 squadre, che lo straordinario potrebbe aumentare ulteriormente in caso di assenze impreviste, come malattie, permessi 104/92, permessi parentali etc.” aggiunge ancora Toma.
Ma, secondo il sindacato, le problematiche non si limitano alla turnazione e all’orario lavorativo. Come afferma il segretario Calabrese “la Ugl sta lottando per garantire il rispetto delle disposizioni di legge, inclusi i diritti previsti dalla Legge 104/92, che l’azienda riconosce solo parzialmente (due giornate di permesso anziché le tre previste)”.
Il sindacato ha proposto dunque un accordo transitorio per esaminare le problematiche con tempistiche concordate, chiedendo un rinvio della nuova organizzazione lavorativa. Tuttavia, l’azienda non ha ancora risposto.
“Non siamo più disposti ad accettare tali atteggiamenti aziendali, che consideriamo persecutori e caratterizzati da scelte unilaterali e velate “minacce” nei confronti dei lavoratori, mettendo a rischio la loro sicurezza” conclude Calabrese, chiedendo l’intervento dell’Autorità di Sistema Portuale di Taranto, del Prefetto e della Capitaneria di Porto per garantire il rispetto delle condizioni della concessione e la sicurezza dei lavoratori.
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