Cantiere Navale Vittoria è salvo ma emergono le critiche dei commissari giudiziali alla gestione
Sotto la lente le carenze sul controllo della società e dei singoli costi di ogni commessa oltre a un “irragionevolmente ricorso all’indebitamento bancario”
Cantiere Navale Vittoria è ormai quasi salvo; dopo l’asta che ha visto la società Cnv Srl di Roberto Cavazzana aggiudicarsi l’azienda con un’offerta di 8,2 milioni di euro (un milione e mezzo in più dell’offerta originaria), superando il prezzo messo sul piatto dall’altro contendente (la società Kleos Srl riconducibile a Holding Fusetti Srl), manca solo il voto dei creditori e l’omologa della procedura da parte del Tribunale di Rovigo. Il tutto dovrebbe concludersi entro fine anno in corso.
In estrema sintesi il Pro (Piano ristrutturazione soggetto a omologazione) ha previsto una suddivisione dei creditori in otto classi ma, secondo quanto scrivono i commissari giudiziali nella loro relazione, “è lecito pronosticare il soddisfacimento integrale dei crediti prededucibili e di quelli privilegiati, mentre con riguardo ai crediti chirografari di Classe 4 è ragionevole attendersi che il loro soddisfacimento avvenga nell’ambito di una percentuale variabile fra il 14,56% (pronostico della proposta Cnv) e il 13,38% (pronostico dei commissari)”.
Lo stesso cantiere specifica che “ogni eventuale ulteriore ricavato in termini di maggiori flussi realizzato dalla società con il ’mini piano’ sino all’ultimazione delle commesse in essere (ossia la commessa Unops Tunisina C.924-930, la commess Croata 897-898 e la commessa Tunisina 167-168), nonché ogni eventuale altro auspicato maggior ricavo in arco di piano in esecuzione delle azioni previste a piano, o comunque conseguente della deliberazione di fondi rischi”.
Tornando alle valutazioni dei commissari giudiziali (l’avv. Roberto Nevoni e la dott.ssa Maria Clotilde Castellani), gli esperti nominati dal tribunale di Rovigo nella loro relazione fanno presente quanto segue: “Significativo è il fatto che la quasi totalità delle commesse di Cnv che erano in corso al momento dell’accesso della società alla procedura concorsuale sono state sciolte in quanto, come espressamente ammesso dalla società, non erano finanziariamente ed economicamente sostenibili sulla base di elementi che, si ritiene, erano in realtà già verificabili ex ante ma che non sono stati rilevati in conseguenza delle carenze sul controllo della società e del controllo dei singoli costi di ogni commessa”. Gli stessi commissari sottolineano che Cantiere Navale Vittoria ha fatto “irragionevolmente ricorso all’indebitamento bancario” ottenendo 12,736 milioni di euro “servendosi della normativa emergenziale (e più favorevole) legata alla pandemia Covid-19” e questo “nonostante l’esistenza delle predette lacune organizzative e amministrative e in assenza di alcun intervento correttivo su di esse”.
Fra i contratti sciolti dal cantiere nel recente passato vengono elencati la “commessa C.896 con Comando generale della Guardia di Finanza”, la “commessa C.890 con Armed Force of Malta”, la “commessa CY900-901 con Vittoria Yacht Srl” e altri vari subcontratti di fornitori relativi a questi lavori.
Il piano di ristrutturazione soggetto ad omologa rivela infine che Cantiere Navale Vitoria nutre anche la speranza di destinare “ogni eventuale potenziale ricavato di un accordo e/o contenzioso con Armed Force of Malta ritenendo che l’escussione integrale della fideiussione rilasciata da Deutsche Bank da parte di Afm sia probabilmente infondata”. Un altro accordo transattivo con Royal Oman Police potrebbe portare altri 2 milioni di euro.
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