Il suggerimento di Salerno (Rina) agli armatori: “Mancano navi posacavi”
Entro il 2028 saranno posati circa 18.000 km di cavi l’anno per il trasporto di energia elettrica
Genova – “Oggi c’è carenza di navi posacavi e in Italia abbiamo aziende che sono eccellenze nel settore come Prysmian e Terna”. A lanciare questo messaggio all’armamento nazionale è stato Ugo Salerno, presidente di Rina, intervenendo all’evento “L’economia del mare” organizzato da Corriere Economia a Genova presso la sede di DeWave. Il vertice del registro di classifica genovese ha posto l’accento sul fatto che sotto il mare ci siano “milioni di kilometri di cavi”, infrastrutture che collegano il mondo e ricchezze che ancora attendono di essere esplorate e valorizzate.
In questo contesto Salerno ha affronatto il tema delle opportunità offerte dalla filiera underwater, che integra tecnologie come il marine mining e i cavi sottomarini per il trasporto di dati ed energia.
“Attualmente, circa 1,5 milioni di km di cavi sottomarini trasferiscono sia dati sia potenza elettrica. Il cavo più lungo per il trasporto dati misura 20.000 km, collegando l’America all’Asia, mentre si prevede che entro il 2028 saranno posati circa 18.000 km di cavi l’anno per il trasporto di energia elettrica. Queste operazioni richiedono analisi geologiche, di correnti e di traffico molto approfondite, specialmente quando si tratta di aree vicino alle coste” ha sottolineato il presidente di Rina. Aggiungendo poi che “il fondo del mare contiene inoltre, tra gli altri minerali, grandi quantità di nichel, cobalto, manganese e rame, materie prime essenziali per la transizione energetica. Entro il 2040, utilizzeremo circa il doppio dei metalli che usiamo oggi, nel 2050 il quadruplo. Tuttavia, il recupero di queste risorse dovrà essere gestito con grande attenzione ai possibili impatti ambientali”.
Secondo Salerno “la sfida per il futuro sarà coniugare innovazione e rispetto per l’ambiente, esplorando queste nuove frontiere in modo responsabile. In Rina, mettiamo a disposizione il nostro know-how per la crescita di queste infrastrutture e tecnologie”.
N.C.
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