Saar, Sampierdarena Olii, Forest e cittadini rincarano le critiche a Superba
Gli autori (vittoriosi) dei ricorsi contro lo spostamento dei depositi chimici nel porto di Genova depositano al Mase le osservazioni sulla documentazione integrativa e chiedono la bocciatura del progetto. Nessun rilievo dagli uffici tecnici del Comune
Dopo la “difformità” rispetto a quanto da essa autorizzato segnalata dall’Autorità di sistema portuale, sono arrivate altre osservazioni nell’ambito della procedura di verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale) del progetto di Superba di trasferire i propri depositi chimici sul Ponte Somalia, nel bacino di Sampierdarena del porto di Genova.
Il parere più istituzionale depositato al Ministero dell’ambiente è quello della Direzione ambiente del Comune di Genova, che non rileva particolari problematiche sulla documentazione integrativa presentata dalla società nelle scorse settimane. Unico appunto è quello dell’Ufficio bonifiche, che ha evidenziato come, qualora le previste “analisi chimiche del materiale di riporto presente” evidenziassero la necessità di un “procedimento di bonifica” e questo “prevedesse lo scavo e lo smaltimento di materiale considerato come rifiuto, nella documentazione non è presente la valutazione di questo scenario”.
Molto più severe le disamine depositate dalle società Saar e Sampierdarena Olii, dalla Forest del gruppo Campostano, dall’associazione Officine Sampierdarenesi e dal presidente del Municipio II Michele Colnaghi (protagonisti fra l’altro dei ricorsi parzialmente accolti dal Tar contro diversi atti autorizzativi del progetto, per cui pende appello in Consiglio di Stato).
Nel primo caso, a valle di una cinquantina di pagine di rilievi di natura tecnico-progettuale articolati in 13 capitoli, le società rappresentate da Beppe Costa concludono ritenendo “evidente che per il progetto proposto (da Superba, ndr) non si possano al momento escludere impatti significativi e negativi sull’ambiente e sulla popolazione” e confidando quindi che il Ministero “voglia dichiarare inammissibile e/o improcedibile l’istanza”, dato che si ritiene che “l’opera non sia ammissibile a valutazione di impatto ambientale favorevole”.
Analogo auspicio da Forest, che, richiamando fra l’altro l’assenza di “delega o atto di assenso o equipollente” da parte della Attilio Carmagnani (altra società che originariamente avrebbe dovuto essere coinvolta nel trasloco di Superba)”, preconizza l’archiviazione della pratica o, in subordine, il rilascio di pronunciamento negativo.
Che esistano gli “estremi per un parere negativo” è anche la conclusione di Officine e di Colnaghi, che oltre ai rilievi più tecnici cita anche “il procedimento aperto dalla Procura della Repubblica in merito al Nulla osta di fattibilità rilasciato dal Comitato tecnico regionale (l’ipotesi degli inquirenti è che tale nulla osta sia stato frutto di pressioni sui funzionari che lo rilasciarono, ndr)” e il fatto che “le integrazioni proposte da Superba non superano le criticità evidenziate da Officine Sampierdarenesi e dal parere del Ministero della Cultura”.
A.M.
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