Decine di licenziamenti a Port Mobility dopo lo sbarco di Grimaldi in banchina a Civitavecchia
La società guidata da Edgardo Azzopardi mette nel mirino la concessione della Darsena Traghetti a Logiport e la riduzione da parte dell’Adsp delle tariffe dei servizi generali. Si riaccende il caso Minosse-Enel
Port Mobility, società creata una ventina di anni fa dall’allora Autorità portuale di Civitavecchia per la fornitura di alcuni servizi di interesse generale (in particolare in materia di viabilità) e poi privatizzata, licenzierà 26 lavoratori, il 17% dell’organico.
Lo ha reso noto una comunicazione alle rappresentanze sindacali, alla stessa Adsp e ad altri organi istituzionali interessati da parte della società guidata da Edgardo Azzopardi. Secondo tale nota la causa primaria dell’iniziativa starebbe nel rilascio nei mesi scorsi della concessione delle quattro banchine e dei relativi piazzali della nuova Darsena Traghetti alla Logiport del gruppo Grimaldi.
“Questa nuova concessione, la prima di tale natura per lo scalo di Civitavecchia, ha determinato, a partire dalla data già riportata, il trasferimento di tutte le operazioni dell’armatore Grimaldi dalle banchine pubbliche – gestite da Port Mobility – alle nuove banchine private gestite, come detto, da Logiport S.p.a.. Tale assegnazione ha prodotto un mutamento assai significativo dei volumi di attività dell’azienda: Grimaldi, infatti, è la Compagnia armatoriale più importante in termini di traffici, movimentando nello scalo di Civitavecchia oltre il 50% del traffico passeggeri ed oltre il 75% del traffico merci collegato alle navi ro-pax” ha sostenuto Port Mobility.
Inoltre Logiport avrebbe con Port Mobility “formalizzato un accordo limitato esclusivamente alle attività di imbarco, con scadenza prevista per il 2 gennaio 2025” e “non vi è alcuna certezza circa la sua eventuale estensione”. Ma il dito è puntato anche sull’Autorità di sistema portuale che “a seguito dell’assegnazione della nuova concessione, ha avviato un procedimento di revisione dei diritti d’uso delle banchine private, ovvero delle tariffe pagate dall’utenza”, determinando “una riduzione effettiva di ogni singola tariffa tra il 40% e 74% (…). Una riduzione, quest’ultima, che rende le nuove tariffe su tali banchine poco remunerative alla luce dei notevoli costi gestionali e di personale connessi all’organizzazione dei servizi resi, e che comporterà una contrazione del fatturato ad oggi stimabile in circa 2 milioni di euro”.
Altra causa dei licenziamenti sarebbero poi “le modifiche infrastrutturali derivanti dal complesso di attività collegate al Pnrr e allo sviluppo dei Piani Operativi Triennali” che “hanno determinato anche una significativa contrazione delle attività del settore di gestione dei parcheggi”, con un taglio (attuale e futuro) delle aree di parcheggio stimato da Port Mobility nell’ordine del 60%.
Alla vertenza Port Mobility starebbe infine per aggiungersi, secondo quanto riferito da Il Tirreno – ma Filt Cgil non ha confermato di aver ancora ricevuto notifiche formali al riguardo – il riacutizzarsi del caso Minosse, la società che ha l’appalto Enel per la movimentazione del carbone utile alla centrale di Torrevaldaliga Nord e che, in vista del phase out, rischia di perdere un contratto che varrebbe 17 posti di lavoro.
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