Gli Onorato ottengono il patteggiamento per la bancarotta di Moby-Cin
Ratificata dal Gup la richiesta da parte degli armatori, 3 anni e 10 mesi al patron. Archiviato il caso del presunto traffico di influenze che coinvolgeva Beppe Grillo
Pene confermate per l’armatore Vincenzo Onorato (3 anni e 10 mesi) e i figli Achille e Alessandro (due anni), accusati dalla Procura di Milano della bancarotta di Cin – Compagnia italiana di navigazione, controllata della capogruppo Moby.
Il patteggiamento era stato chiesto la scorsa primavera in accordo con gli inquirenti ed è stato oggi ratificato dal Gup Luigi Iannelli. Gli Onorato hanno così riconosciuto la propria responsabilità nell’aver depauperato il patrimonio di Cin, attraverso – recitava l’accusa – “condotte di dissipazione o distrazione” tali da determinare non solo “il sistematico drenaggio di risorse (…) a favore di Moby” per far fronte agli “oneri finanziari” dovuti all’acquisizione del suo controllo e di quello della stessa Cin, secondo i pm, ma anche per “ripianare (…) debiti personali verso banche” o per compensi “incongrui”. Tra le altre contestazioni si aggiungevano anche le spese di 700 mila euro per noleggi di jet e auto di lusso.
“Trova definitivo compimento la lunga vicenda che ha visto coinvolta la Compagnia nel concordato che si è concluso con successo lo scorso gennaio. Il patteggiamento è stato una scelta della famiglia per poter dedicare tutte le energie al piano di rilancio della Compagnia” ha commentato Moby in una nota.
I legali di Moby hanno anche reso noto che per Vincenzo Onorato (i figli non erano in questo caso coinvolti) è arrivata l’archiviazione per l’indagine che lo vedeva indagato insieme a Beppe Grillo per l’ipotesi di reato traffico di influenze illecite. La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione che, secondo i legali di Onorato, è stata disposta per ‘infondatezza della notizia di reato’.
L’inchiesta dei pm milanesi ipotizzava una presunta “mediazione illecita” da parte del fondatore del Movimento 5 Stelle: tra il 2018 e il 2019, Grillo avrebbe riportato ad alcuni parlamentari del movimento le richieste di aiuto dell’armatore, suo amico di lunga data, quando la compagnia di navigazione era in crisi finanziaria. In cambio Onorato avrebbe siglato contratti per fare pubblicità a Moby sul blog di Grillo.
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