Maffeis (Siad): “Sul project cargo pesa il tema dei costi”
Il manager del gruppo bergamasco punta l’attenzione su incidenza e prevedibilità, mentre preannuncia il possibile sviluppo di un impianto di assemblaggio a Marghera
Marghera (Venezia) – “Rischiamo di vincere o perdere commesse sulla base del costo del trasporto. Abbiamo avuto un caso in cui la sua incidenza è arrivata a rappresentare il 30% del valore dell’impianto”. A puntare un faro sul tema delle spese logistiche e al loro impatto sulla competitività dei committenti è stato, nel corso del convegno BREAK BULK ITALY organizzato da SHIPPING ITALY, che si è svolto nei giorni scorsi a Marghera, Paolo Maffeis, Procurement & Logistics director di Siad, gruppo bergamasco della produzione di gas industriali, alimentari, speciali e medicinali, cui fa capo anche Siad Macchine e Impianti, che realizza compressori, impianti di frazionamento aria e per il trattamento e liquefazione del Gnl, dal fatturato annuo di 145 milioni di euro.
Parlando delle movimentazioni che questa si trova a gestire, il manager ha posto innanzitutto l’attenzione sulla crescita dimensionale degli impianti, che nel 2000 portava a gestire carichi di massimo 20 metri e “ora con lunghezza di 80 metri”. Carichi che necessitano di operazioni più elaborate e quindi, come visto, più costose, dove una variabile importante non è però solo l’entità della spesa ma la sua prevedibilità, considerato che il preventivo viene sottoposto al cliente finali in certi casi anche diversi anni prima della finalizzazione del progetto e della sua consegna. “Noi dobbiamo uscire ora con un prezzo di costo di componenti per un impianto che esce tra tre anni” ha evidenziato Maffeis, chiedendo quindi alle imprese fornitrici presenti in sala di poter garantire una certezza in questo senso. “Nel caso di prima, avevamo stimato nel 2018 un costo di 3 milioni di euro, che nel 2021 è cresciuto però a 8 milioni”. Un problema che però, per il direttore della logistica di Siad, non è solo italiano, dato che l’azienda ha vissuto un caso simile anche in Croazia.
Anche forse per questo, Siad – che non può svilupparsi ulteriormente nel suo quartier generale di Bergamo per mancanza di spazi – ha ancora “grande voglia di investire in Italia”. In particolare la società ha “grande attenzione e interesse” proprio verso Marghera, scalo che utilizza naturalmente come sbocco per i suoi impianti. “L’idea è di sviluppare qui la possibilità di fare assemblaggio, abbiamo trovato in questo senso grande supporto da parte della Autorità di Sistema Portuale e del Comune”.
Alla platea e ai relatori del convegno Maffeis ha però lanciato anche un altro spunto, relativo alla creazione di cluster delle movimentazioni break bulk in particolare lungo i percorsi fluviali. L’esempio portato è quello di un analogo distretto sorto nei pressi di Shanghai dove sono presenti molti operatori del settore. “Nell’area – ha aggiunto Maffeis – sono inoltre posizionate numerosissime barge, cosa che rende facile reperirne una all’occorrenza e può ridurre il problema dell’assenza di carichi di ritorno”.
F.M.
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